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martedì 24 Settembre 2024
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Soldi per insabbiare le inchieste al tribunale di Lecce: la toga che si diceva «al servizio dello Stato»

Prima la laurea conseguita nel 1992 presso l’Università di Bari, con tesi in Diritto penale dal titolo “Calunnia e autocalunnia”, poi l’avvio della libera professione di avvocato a partire dal 1997 e la specializzazione in Diritto minorile nel 2000. Un curriculum di tutto rispetto quello dell’avvocato Antonio Zito che ha sempre svolto parallelamente le funzioni di viceprocuratore onorario prima presso la Procura della Repubblica di Taranto e successivamente presso quella di Lecce. Un ruolo che svolge da oltre 25 anni.

Zito vanta vaste esperienze maturate sul campo in ordine a tutti i delitti e le contravvenzioni, con particolare riguardo ai reati contro il patrimonio, come furto, rapina, appropriazione indebita, truffa e ricettazione, ma esperto anche in materia di stalking e maltrattamenti. Proprio nel campo della violenza ha trattato numerosi processi di questa specie sia come avvocato che come magistrato onorario. Ha seguito moltissimi procedimenti legati ai reati di stalking e molestie, in media cinque alla settimana, acquisendo una particolare esperienza nel campo. Nel corso della sua carriera ha trattato vicende legate a reati contro il patrimonio, omicidio, separazione, divorzio, matrimonio, discriminazione, sostanze stupefacenti, incidenti stradali, multe e contravvenzioni, privacy e Gdpr, domiciliazioni. Tra i vari ruoli di Zito anche quello di coordinatore di Federmot di Lecce, la Federazione magistrati onorari di tribunale.

«I cittadini stanno a cuore anche a noi. Noi svogliamo questa attività con amore, e lo facciamo perché amiamo questo lavoro, crediamo nello Stato e continueremo a servire lo Stato», aveva dichiarato in una recente intervista a “Giustizia Caffè”, lamentando alcune criticità legate alla professione e chiedendo allo Stato la regolarizzazione di 5mila magistrati onorari sparsi nei Tribunali italiani.

Zito è indagato, insieme ad altri sei pugliesi, in un’inchiesta condotta dalle procure di Potenza e Benevento.

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