Manchette
venerdì 20 Settembre 2024
Manchette
- Inread Desktop -

Tangenti in cambio di appalti, le relazioni di Sannicandro con imprenditori e politica

Ci sono nomi noti e vecchie vicende, che raccontano i legami del ‘mondo di mezzo’, nell’ordinanza di custodia cautelare che nelle scorse ore ha rimesso sulla graticola l’ormai ex direttore generale dell’Asset, Elio Sannicandro.

L’ex dg, accusato di corruzione nell’ambito della gestione di appalti per i lavori di risanamento per contrastare il dissesto idrogeologico in numerosi Comuni tra Bari e Foggia, è stato interdetto dai pubblici uffici per un anno dal gip Giuseppe Battista, che ha ritenuto congruo la misura per soddisfare le esigenze cautelari. Per il giudice, che richiama una sentenza della Cassazione in tema di concussione (reato ritenuto ancora più grave), per contrastare pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove, non sono necessari gli arresti domiciliari.

Fondamentale è invece, per Battista, il sequestro delle somme ritenute oggetto della corruzione. Le carte giudiziarie e, ancor prima, l’informativa dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, raccontano di singolari movimenti finanziari, sui conti di Sannicandro, principalmente, e di conseguenza dei suoi parenti. L’assunto è che l’ex manager avrebbe deliberatamente svuotato i suoi conti e si sarebbe liberato delle sue proprietà in favore di sorelle e nipoti, temendo proprio interventi dell’attività giudiziaria.

C’è la vendita, tra gli altri, della “casa rossa”, il 28 dicembre 2021, alle sue sorelle, subito dopo aver versato loro decine di migliaia di euro, a titolo di “spese familiari”, in una specie di giroconto che transitava, secondo l’accusa, dal conto di sua moglie, con la quale era in separazione di beni. Ma scavando nei movimenti dell’affare, i finanzieri hanno trovato altro.

E cioè l’entrata in scena, solo tre giorni dopo la vendita, di un “vecchio amico” di Sannicandro, l’avvocato Giovanni Pontrelli. È alla Getec Italia spa (all’epoca dei fatti e fino al 28 febbraio 2022 Antas spa) che le due sorelle di Sannicandro, nuove proprietarie, affittano la “casa rossa”, con un canone di 21.600 euro. L’Antas opera nei “servizi integrati di installazione, manutenzione, conduzione, gestione e alimentazione con carburanti di impianti di riscaldamento per grandi utenti” con sede a Gragnano Trebbiense (in provincia di Piacenza).

Amministratore delegato dal 31 luglio 2019 è quel Giovanni Pontrelli, con il quale Sannicandro aveva frequentazioni sin dal 2017, come dimostrano i messaggi WhatsApp recuperati sul suo telefono cellulare.

Negli anni 2020 e 2021, gli stessi anni in qui si sarebbero verificati gli illeciti contestati nell’ordinanza, la Getec Italia spa ha emesso fattura nei confronti di vari enti pubblici pugliesi, alcuni dei quali a seguito di gara bandita dalla Consip Spa per il Servizio integrato Energia (SIE3). In quella gara, del 2012, l’Antas si aggiudicò appalti per 189mila euro in Emilia Romagna (lotto 4), Marche e Umbria (lotto 6) e Abruzzo, Molise e Puglia (lotto 8). E troviamo la determina dirigenziale dell’Asl di Foggia del 31 marzo 2021 con cui vengono liquidati 242mila euro, e quella dell’Istituto tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, del 21 novembre 2016, per la manutenzione ordinaria sugli immobili e loro pertinenze. Altri lotti di quel maxiappalto furono aggiudicati alla Siram, un’altra importante azienda nella quale, nel 2012 era ai vertici lo stesso Giovanni Pontrelli, in qualità di direttore generale aggiunto. Fu in quel periodo che le strade di Pontrelli, Sannicandro e l’imprenditore barese Nicola Canonico si incrociarono: mentre Sannicandro era assessore comunale all’Urbanistica, a Bari, la Siram vincenca moltissimi appalti nel settore sanitario in tutta la Puglia: in primis la manutenzione degli impianti energetici del Policlinico di Bari insieme alla Manutencoop e alla Cn Costruzioni dell’allora consigliere regionale Nicola Canonico (eletto con il Pd). Curava, poi, la manutenzione dell’ospedale di Castellaneta, dove nel 2007 otto persone morirono per uno scambio fatale di bombole di azoto e ossigeno. Della Siram parlano persinogli imprenditori Enrico Intini e Giampi Tarantini nell’ormai storica intercettazione ambientale al “De Russie” di Roma, diventata perno nell’inchiesta sugli appalti della Asl barese. «Sappi – diceva Intini – che Siram e Cofatech e gli altri parlano con i segretari amministrativi di tutti partiti italiani».

- Inread Desktop -
- Inread Desktop -
- Inread Desktop -
- Taboola -
- Inread Mobile -
- Halfpage Desktop -
- Halfpage Mobile -

Altri articoli