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venerdì 18 Ottobre 2024
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Taranto, Natale amaro per i lavoratori dell’appalto dell’ex Ilva: saltano 4mila tredicesime

Sarà un Natale difficile per circa 4mila famiglie dei lavoratori degli appalti di Acciaierie d’Italia, la società che gestisce in affitto lo stabilimento siderurgico tarantino.

In attesa di chiarimenti dal governo, che oggi incontra i sindacati e dalla nuova assemblea dei soci, chiamata tra due giorni a stabilire come rilanciare la fabbrica agonizzante, gli imprenditori dell’associazione Aigi hanno garantito il pagamento degli stipendi ma congelato le tredicesime. E all’incontro convocato dalla prefetta Dessì con l’associazione datoriale e le sigle sindacali metalmeccaniche, Fim, Fiom e Uilm, Acciaierie d’Italia non si è neanche presentata. «Una consuetudine, oramai, l’assenza di Acciaierie, che ha interessi ostili e totalmente divergenti rispetto a quelli della nostra comunità», commentano i sindacati.

Le tre sigle hanno hanno ribadito al tavolo che occorre mettere in sicurezza tutti i lavoratori, sui quali non può gravare il peso di una crisi provocata ad arte dal socio privato e che le aziende dell’appalto non possono pensare di scaricare sui lavoratori responsabilità che non hanno. «Non è tollerabile che circa 4mila famiglie subiscano, specie nel periodo natalizio, le conseguenze di una gestione disastrosa e fallimentare».

L’Aigi, associazione che raggruppa le aziende dell’indotto dell’ex gruppo Ilva di Taranto, si difende: «non ci facciamo scudo utilizzando i nostri dipendenti anzi, difendiamo il loro diritto al lavoro e a ricevere la retribuzione ma siamo stati lasciati soli, senza certezze e senza prospettive».

Alla rappresentante del governo, l’associazione ha chiesto di insediare un tavolo permanente di crisi per Taranto con tutte le parti in causa. «Le nostre aziende – spiega l’Aigi in una lettera inviata a prefetta e sindacati – sono finanziariamente in difficoltà dopo essersi indebitate quando l’Ilva è finita in amministrazione straordinaria nel 2015. Eppure, siamo in presenza di uno stabilimento la cui importanza è stata dichiarata strategica per il Pil dell’intera nazione. Abbiamo accettato per un breve periodo i pagamenti a 180 giorni con cessione del credito finché lo stabilimento non riusciva a riprendere la continuità produttiva tuttavia il breve periodo si è prolungato per due anni. Abbiamo cercato delle soluzioni proposte al governo, rimasto finora sordo. Se il governo non si prenderà le sue responsabilità siamo pronti ad ogni tipo di iniziativa a tutela dei lavoratori che rappresentiamo», concludono gli imprenditori.

Critica l’Usb, che pur facendo i dovuti distinguo, se la prende con le aziende dell’appalto. «La decisione di Aigi di corrispondere solo gli stipendi senza garantire le tredicesime ai dipendenti delle aziende dell’appalto per noi è inaccettabile. Natale è per tutti, soprattutto per coloro che vivono costantemente, pur lavorando, una condizione di estrema precarietà con poco più di mille euro al mese».

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