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mercoledì 25 Settembre 2024
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Torture su un detenuto nel carcere di Bari, uno degli agenti a processo: «Ho avuto paura di morire»

Si è conclusa oggi la fase istruttoria del processo sulle presunte torture subite nel carcere di Bari da un detenuto 41enne con problemi psichiatrici.

Oggi in aula sono stati ascoltati l’ex assistente capo della polizia penitenziaria di Bari, Raffaele Finestrone, accusato di tortura insieme ad altri cinque colleghi, e l’infermiere Massimo Fortunato, a processo per omessa denuncia.

«Ho avuto paura di morire, per la prima volta in carriera», ha detto ai giudici Finestrone che ha ricostruito quanto accaduto il 27 aprile del 2022: «Quella notte – ha raccontato – nel carcere c’era una bolgia totale, facevamo fatica a sentirci tra di noi a pochi metri di distanza. Il detenuto, mentre era a terra, ci minacciava di morte e ho temuto che potesse ferirci con una lametta. Ho avuto una reazione maldestra, sicuramente. Ma in tutta la mia carriera non ho mai alzato un dito contro nessuno, quella sera ho agito per un misto di paura, rabbia e frustrazione. Chiedo scusa per il mio comportamento».

Il detenuto 41enne, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato picchiato dopo aver appiccato il fuoco nella sua cella.

In totale gli imputati sono 11, gli altri (agenti o infermieri del carcere) sono accusati a vario titolo di violenza privata, omissione di atti d’ufficio, falso in atto pubblico e omessa denuncia.

In tre sono stati giudicati con rito abbreviato, tra cui il sovrintendente capo della polizia penitenziaria Domenico Coppi, condannato a tre anni e sei mesi per il reato di tortura e omissione di atti d’ufficio.

«Prima che appiccasse l’incendio – ha continuato Finestrone – il detenuto mi aveva sputato addosso e mi aveva lanciato contro dell’urina. Lui destabilizzava gli altri detenuti, li minacciava continuamente. Infatti spesso abbiamo segnalato ai nostri superiori che c’era bisogno di trasferirlo. Era pericoloso, ma nessuno ci ha mai ascoltato».

Prima di Finestrone è stato sentito l’infermiere Massimo Fortunato, a processo per omessa denuncia: «Ho avuto tanta paura, in quei momenti non capivo cosa stesse succedendo. Ero talmente agitato che non sapevo cosa fare, in quel periodo ero seguito anche da uno psichiatra. Il giorno dopo i fatti non avrei saputo descrivere cosa è accaduto, avevo troppa ansia per essere lucido».

Al termine dell’udienza il presidente del collegio, Antonio Diella, ha dichiarato chiusa la fase istruttoria del processo.

Il prossimo 20 dicembre inizieranno le requisitorie dei pm, il procuratore aggiunto Giuseppe Maralfa e la sostituta Chiara Spagnuolo.

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