Home Persone Dalle serenate a star del panorama artistico italiano in “Notre Dame de Paris”

Dalle serenate a star del panorama artistico italiano in “Notre Dame de Paris”

Forse non tutti sanno che c’è anche un pugliese doc dietro il successo della più grande opera pop moderna che entusiasma il pubblico da ormai 20 anni con numeri da record. Nativo di Palagianello (Ta), classe ‘73, Graziano Galatone, artista eclettico, voce potente e limpida, è il Capitan Febo di Notre Dame de Paris, capolavoro di Riccardo Cocciante. Quest’anno si celebrano i vent’anni dalla ‘prima’ al Gran Teatro di Roma, costruito per l’occasione per volontà del compianto produttore visionario David Zard. La versione italiana dello spettacolo, ispirato all’omonimo romanzo di Victor Hugo, ha appassionato in questi anni più di quattro milioni di persone, diventando un vero e proprio cult dell’entertainment nel nostro Paese. Il tour del ventennale con il cast originale del debutto, che vede anche il ritorno di Lola Ponce nel ruolo di Esmeralda, sarà in Puglia dal 5 al 7 agosto al Forum Eventi di San Pancrazio Salentino (BR) e dal 3 al 6 novembre al Pala Florio di Bari.

Abbiamo raggiunto Graziano Galatone, noto al grande pubblico come straordinario capitan Phœbus de Châteaupers, che lo ha consacrato come stella di prima grandezza del panorama artistico italiano, ma anche per aver lavorato con alcuni giganti dello spettacolo come Lucio Dalla, Riz Ortolani, Michele Guardì e tanti altri. Debutta nel 2015 alla regia del prestigioso “Premio Valentino”. Nel 2019-2020 co-conduce I Fatti Vostri su Rai 2. Partecipa a fiction di successo come “Il maresciallo Rocca”, è compositore e autore, svolge un’intensa attività come concertista e docente di seminari e stage nelle materie di Musical e Musica Popolare. Come artista sente forte le sue radici pugliesi dal punto di vista professionale e affettivo.
Lei viene da Palagianello, il suo buen retiro quando non lavora.
«Torno a casa molto volentieri, qui ho tutta la mia famiglia, dopo un po’, però, sono costretto, per lavoro e per abitudini un po’ zingaresche, a ripartire. La Puglia offre tantissimo, compresi i trigliceridi e il colesterolo, che non fanno bene al mio lavoro perché devo rimanere in forma! Mi divido tra Bologna, Milano e Palagianello».
La vita è l’arte dell’incontro secondo Vinicius de Moraes. Cocciante e Dalla sono stati fondamentali per lei. Nella vita è importante trovarsi nel posto giusto al momento giusto?
«Si, ma è meglio farsi trovare preparati! Se stai fermo al paesello è difficile che accada qualcosa. Io non cantavo più, facevo il percussionista nella band di Edoardo Vianello. Poi, frequentando uno studio di registrazione, incisi una canzone in pugliese con le nostre pizziche, un insegnante di canto mi ascoltò e mi chiese se volessi fare un provino per Notre Dame de Paris. Inviai una ‘take’ registrata del Gobbo di Notre Dame della Disney e una mia foto. Venni subito preso. Ecco, quello è il momento giusto al posto giusto»!
Però lei aveva studiato!
«Conosco la musica, ho suonato in orchestra, ma per il canto sono un autodidatta. Nel tempo poi mi sono perfezionato, sino a diventare docente, per decenni ho insegnato arte scenica, canto e interpretazione in tutta Italia».
Il suo rapporto con la musica popolare, etnica, quella delle radici?
«Ho potuto interpretare tanti ruoli, ho lavorato con Riz Ortolani, l’autore della canzone More, milioni di copie vendute in tutto il modo, vincitrice del Grammy e candidata all’Oscar, con Michele Guardì, Lucio Dalla, Tony Cucchiara. Poi mi diletto anche con la mia band, suono e compongo musica popolare. Il canto popolare è un canto puro, nasce dalla strada. Mi ha aiutato tantissimo. Se io mi ritrovo questa vocalità è perchè nasco come serenante. A 15-16 anni cantavo sotto i balconi delle future spose e dovevo necessariamente aumentare il volume della voce per farmi sentire. Ho sviluppato così questo tipo di qualità vocale, ed era quella che Cocciante cercava».
Che momento è per lo spettacolo?
«Il momento è delicato. In Italia non c’è una politica culturale forte e la pandemia ha dato un colpo di scure incredibile. Sono tanti i teatri chiusi o abbandonati. Noi siamo riusciti a riprenderci, solo al Teatro degli Arcimboldi a Milano, con Notre Dame, in un mese abbiamo fatto 72 mila spettatori. Presto torneremo anche in Puglia».
Data la sua passione e profonda cultura per la musica popolare, per la pizzica, sarebbe un ottimo maestro concertatore per La Notte della Taranta!
«Ne sarei onorato! Arrangio tantissima musica popolare, ho molti strumenti musicali: bouzouki, strumenti a cornice, chitarre etniche, ho lavorato con Eugenio Bennato, con il maestro Sparagno».

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