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mercoledì 25 Settembre 2024
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«La cultura non ha confini È strumento di pace»

Sabato 26 marzo, ore 21.00: si alza il sipario sul Festival del cinema. A Bari ci sono attori e personaggi dello spettacolo, la città brilla avvolta da un’atmosfera elettrizzante e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano sale sul palcoscenico del Petruzzelli ed esordisce sorridendo: “Qui al Bif&st chi comanda è Felice Laudadio! Con la sua esperienza, il suo carisma e anche per le sue proverbiali infuriate”. Una cosa è certa: da tredici anni il giornalista, scrittore, sceneggiatore e produttore cinematografico pugliese ha contribuito a rendere la Puglia una regione d’eccezione per il mondo del cinema.

Felice Laudadio, lei si riconosce in questa descrizione che ha fatto il Presidente?
«Fino ad un certo punto; le mie non sono risposte istintive ma sono legittime reazioni contro le assurdità e le imbecillità di una burocrazia che non si arrende mai. Sono comunque grato al presidente Emiliano per i suoi riconoscimenti».
I risultati anche quest’anno parlano chiaro e il Bif&st si rivela una manifestazione di successo. In ogni caso lei, da ora in poi, si è assicurato l’obiettivo di una Fondazione che, per il festival, è un salto in avanti. Ottimo risultato.
«Certo e sono soddisfatto. Il vantaggio principale risulta dal fatto che il Bif&st acquista così una fisionomia autonoma; entra a far parte di un circuito normale, come altri grandi festival. Mi vengono in mente quelli storici come a Venezia o Roma e Torino. Da ora in poi si potrà quindi autogestire in una prospettiva anche di destagionalizzazione; vale a dire che, come sottolinea Michele Emiliano, ci si adopererà per estendere l’evento in altri periodi e non sarà tutto concentrato in una sola settimana».
Si è andati avanti nei progetti perché si è visto che la città ormai da tredici anni risponde in modo entusiasta e sembra assetata di cultura cinematografica e non solo. Conviene?
«Proprio così. Baresi e di tante altre città. Durante i giorni delle proiezioni e incontri a tema qui nel capoluogo arrivano da ogni dove. C’è una bella risonanza in tutta la regione e la nazione e questo mi dà carica. Ogni anno. Ci tengo a sottolineare che dopo il periodo pandemico e il clima di incertezza in cui stiamo vivendo per questa assurda e terribile guerra in Europa, ci siamo comunque attivati in poco tempo e con poche risorse, quasi un milione di euro. Ciò nonostante il risultato è stato eccellente ed è per questo che le attività del panorama Bif&st non saranno “limitate” alla famosa settimana ma spalmate oltre».
Può fare un esempio?
«Al teatro Kursaal Santalucia; ci saranno in vari periodi dell’anno incontri per ricordare quanto si è vissuto durante l’ultimo festival e per anticipare quello che si vivrà da lì all’evento clou della primavera. Sarà come “tenere al caldo” la memoria e accendere ancora di più l’immaginazione».
Giusto. In fondo, il cinema deve far sognare; è la fabbrica dell’evasione per eccellenza e Laudadio, con il suo costante impegno e la sua squadra di lavoro, sembra aver regalato al pubblico l’idea che tutto si può fare e può accadere: si può anche stringere la mano a Roberto Benigni, a Giuseppe Tornatore, Stefania Sandrelli o Fanny Ardant per citarne solo alcuni.
A proposito, tra gli innumerevoli illustri ospiti del panorama Bif&st, nazionali e non, può confidarci chi l’ha colpita di più?
Laudadio sorride e con cordialità risponde: «Andrea Camilleri, il compianto e grande scrittore, docente universitario, regista teatrale, drammaturgo e sceneggiatore. Mai riscontrata così tanta risonanza. Al Petruzzelli, per la sua master class mattutina, c’era una fila chilometrica e persone lì in coda dalle 4 del mattino. Per motivi di capienza rimasero fuori dal teatro più di seicento persone. Fu un evento riportato anche dai tg nazionali. Camilleri così come Benigni nel 2020 o Nanni Moretti o Tornatore appunto».
Tanto movimento culturale quindi, in una città che ricorda il suo splendore nel famoso “Maggio di Bari” degli anni ‘50 quando c’era un gran fermento.
«La cultura è sempre una carta vincente e, per effetto domino, si dipana in un’ottica di un “turismo culturale”; c’è un ritorno favorevole in tutti i settori del territorio, dagli alberghi, negozi, ai ristoranti. E poi certo, si cresce sul piano artistico e cittadino. A conferma di questo mi rende felice il vedere quei giovani spettatori di tredici anni fa diventare oggi dei veri e propri cineasti, pronti ad alimentare l’universo del festival».
Sarebbe bello per il 2023 avere come ospiti personaggi nel mondo russo e ucraino come segno e testimonianza di riconciliazione.
«La cultura non ha confini, è strumento di pace e li aspetterò a braccia aperte».

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