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domenica 22 Settembre 2024
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Bufera nel Consiglio regionale pugliese sulle liste d’attesa: Palese contro il ddl di Azione

Sanità, legge contro la denatalità, correzione del riordino della rete pugliese dei laboratori d’analisi. Questi i temi della seduta del Consiglio regionale che ieri ha avuto un inizio palpitante per la mancanza del numero legale.

Superato l’impasse, l’Aula ha esaminato la proposta di legge a firma del consigliere regionale Antonio Gabellone, Fratelli d’Italia, per l’introduzione del budget di salute: un nuovo strumento di gestione e assistenza dei pazienti destinatari di progetti terapeutici riabilitativi individualizzati per integrare le prestazioni socio-sanitarie tradizionali. Un modello tutto da costruire che a regime metterà in campo piani terapeutici e di riabilitazione individuali con interventi sanitari e sociali integrati fra loro. Un emendamento ha poi cancellato un articolo contenuto nella legge di riordino dei laboratori d’analisi bocciata dalla Corte Costituzionale. È stato cassato il comma che prevede di aggirare la soglia minima di 200mila prestazioni sanitarie in capo a più laboratori aggregati e non al singolo.

La Regione, in base alla modifica, torna al modello A contenuto in una delibera del 2017 che consente di raggiungere l’asticella delle 200mila prestazioni unendo più laboratori di piccole dimensioni. A nulla sono valsi gli appelli dell’assessore Rocco Palese che ha chiesto ai partiti di evitare con la nuova correzione la terza pronuncia negativa della Consulta. Ma il capo della sottocommissione, il grillino Marco Galante, ha replicato che adottando il modello chiesto dal governo centrale salterebbero centinaia di centri di analisi. Soppressa anche l’altra norma censurata dal governo centrale che concedeva alle Asl di incrementare il limite di spesa fino a un massimo del 2% al fine di recuperare la mobilità passiva delle province frontaliere.

Duro scontro, invece, fra l’assessore Palese e il consigliere Fabiano Amati sulla proposta di legge per le liste d’attesa. Amati chiedeva di anticipare nell’ordine del giorno il punto, da mesi in stand-by, ma una volta bocciato dall’Aula la richiesta è scoppiato lo scontro verbale. Palese ha contestato il ddl di Amati che punta a cancellare le visite a pagamento con il licenziamento dei direttori generali nel caso in cui non sono allineati i tempi per visite ed esami alle indicazioni Lea: «Sarebbe come togliere ai cittadini la libertà di scegliere la prestazioni a pagamento che andrebbe ad aggravare ulteriormente il quadro». «Ma dove vivi – la replica di Amati all’assessore – Perché tanta crudeltà e disprezzo nei confronti delle persone in fila al Cup? La stragrande maggioranza delle prestazioni a pagamento, non sono affatto il diritto di scelta delle persone, ma l’unico modo che le persone hanno per scalare i tempi d’attesa e curarsi. Altro che libera scelta. È un camuffamento della libera scelta. L’assessore non legge nemmeno i dati della Regione Puglia, evidentemente, che individuano – a parità di prestazioni, ore lavorate e personale impiegato – le unità operative in disallineamento e quindi furie regola. Le parole di Palese, insomma, sono una clamorosa disinformazione con effetti decisamente crudeli». «Le liste d’attesa sono un’emergenza nazionale – la controreplica di Palese – ma la vera crudeltà sarebbe togliere ai cittadini anche la libertà di scegliere visite a pagamento».

Bagarre, infine, anche sull’emendamento presentato dalla Lega dai banchi dell’opposizione. Una provocazione alla Giunta che nei giorni scorsi ha sospeso la delibera in favore della natalità con uno stanziamento di 5mila euro alle mamme in difficoltà economica. La Lega ha proposto di distribuire 5mila euro per ogni neonato pugliese. Una spesa insostenibile che, considerando i circa 26mila nati, ammonterebbe a 130 milioni l’anno. Il comma galeotto era anche passato dopo un tortuoso giro di emendamenti e sub-emendamenti ma, dopo il via libera grazie alle defezioni di due consiglieri di maggioranza, il punto è stato definitivamente bocciato in attesa che la Giunta riesamini la vecchia delibera a firma degli assessori Barone e Palese.

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