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sabato 12 Ottobre 2024
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Esordi e ritorni di pugliesi e lucani: tra emozione, orgoglio e aspettative

Da una parte l’emozione dei nuovi eletti, dall’altra l’esperienza e l’abitudine di chi è già alla seconda legislatura. Quella di ieri è stata una giornata importante per i quaranta parlamentari pugliesi e i sette lucani chiamati a eleggere i presidenti di Camera e Senato. Tra loro ben 20 sono debuttanti, 18 per la Puglia e due per la Basilicata. Come Ignazio Zullo, per la prima volta tra i banchi di Palazzo Madama: «È stato un giorno emozionante e significativo, come fosse il primo giorno di scuola», ha detto all’Edicola del Sud il neo senatore, che ha poi aggiunto la propria soddisfazione per l’elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato: «Abbiamo votato in modo compatto, seguendo le indicazioni dei vertici e adempiendo alle nostre incombenze, quella che ritengo sia una figura autorevole, competente, conoscitrice dei regolamenti e delle pratiche parlamentari. È stata una giornata positiva per tutta la maggioranza – ha proseguito Zullo -, tanto più se pensiamo che abbiamo eletto la seconda carica dello Stato già alla prima votazione. Ci aspetta un lavoro straordinario e per questo abbiamo bisogno di un forte senso di responsabilità e di un esecutivo stabile».

Anche per l’ex consigliere regionale pugliese Vito De Palma (Forza Italia) è stata una prima volta carica di emozione e senso di responsabilità: «Entrare per la prima volta a Montecitorio e votare per il presidente della Camera dei Deputati, in un momento anche particolare, riuscirebbe ad emozionare anche le persone più fredde, e io non sono tra queste» ha detto l’onorevole, che ha poi aggiunto: «Non vedo l’ora di iniziare a lavorare per il nostro magnifico territorio, che ho l’onere e l’onore di rappresentare».

Tante le foto ricordo, i selfie con i colleghi e i post (con tanto di video) sui social da parte degli esordienti come Marcello Gemmato, Mariangela Matera e Dario Iaia. Ma tra le nuove file ci sono anche “nomi illustri” come quello di Rita Dalla Chiesa, immortalata con una giacca antipioggia verde. E poi i “soliti noti”: Mara Carfagna che si è concessa all’obiettivo appena dopo la sua registrazione come deputata a Montecitorio e il salentino Raffaele Fitto che si è scattato un selfie direttamente dagli scranni del Senato prima dell’elezione della seconda carica dello Stato. Tanta la trepidazione anche tra politici navigati come Claudio Stefanazzi, capo di gabinetto della Regione Puglia eletto nelle fila del Partito Democratico. Ma anche calma, serenità e compostezza per parlamentari del calibro di Francesco Paolo Sisto, già sottosegretario alla Giustizia e in lista per guidare lo stesso ministero, e dell’ex presidentessa del Senato – eletta in Basilicata – Maria Elisabetta Alberti Casellati, pure lei in corsa per un posto nel futuro Esecutivo.

Tra i rieletti c’è anche il tarantino Mario Turco, nome forte dei 5 Stelle e già sottosegretario dell’ex premier Giuseppe Conte, che torna a Palazzo Madama come parlamentare lucano e con l’intenzione di «non fare sconti» alla maggioranza, a cui l’opposizione lascerà «l’onere e il dovere di governare il Paese in un momento estremamente delicato. L’ottimo risultato ottenuto dal M5S alle elezioni politiche – aggiunge il senatore – ci impone di andare avanti con maggiore determinazione e senso di responsabilità. La maggioranza sappia che faremo un’opposizione intransigente e costruttiva nell’interesse esclusivo dei cittadini e delle imprese. Noi saremo sempre dalla parte giusta, dalla parte degli ultimi, di coloro che vivono sulla propria pelle diseguaglianze sociali e territoriali».

Anche Ubaldo Pagano del Partito Democratico è alla sua seconda legislatura: «Per me non c’è stato l’effetto novità che prova chi non ha mai vissuto questi luoghi e che spesso prova stupore nel vedere così da vicino posti prima considerati irraggiungibili. Le operazioni della prima seduta mancano dell’afflato democratico, del confronto e degli interventi che caratterizzano le sedute parlamentari». Le maggiori reazioni nella minoranza sono avvenute dopo la terza votazione andata a vuoto: «Siamo rimasti stupiti – ha spiegato Pagano – che le prime tre chiamate si siano risolte con un nulla di fatto, soprattutto dopo che la Meloni aveva detto che avrebbero fatto presto perché le esigenze del Paese sono altre. Evidentemente – ha aggiunto l’onorevole – la spartizione delle poltrone prevale sempre». Domani mattina il Pd (come tutte le altre forze politiche) si riunirà per decidere se continuare a votare scheda bianca o individuare un candidato di bandiera.

Dopo la fumata nera di ieri, alle 10.30 di oggi è prevista la quarta votazione per l’elezione del presidente della Camera: basterà la maggioranza semplice per eleggere la terza carica dello stato, salvo eventuali fratture nel centrodestra.

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