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martedì 1 Ottobre 2024
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Giovanni Procacci non ha dubbi: “Perchè sul tfm si protesta e sulle Province si tace?”.

Tutti hanno percepito, a suo tempo, il trattamento di fine mandato, compreso chi oggi consiglia di non ripristinarlo. Giusto così, perché si tratta di un diritto dei consiglieri». Non ha dubbi Giovanni Procacci, consigliere politico del presidente pugliese Michele Emiliano con un passato da senatore dell’Ulivo, che però precisa: «Parlo a livello personale».
Vendola invita a bocciare il disegno di legge sulla reintroduzione del tfm: che cosa ne pensa?
«Chi fa politica nelle istituzioni regionali e nazionali non può svolgere il suo lavoro per legge. E quindi, per l’intera durata del mandato, non matura il trattamento di fine rapporto, cioè il tfr, che invece spetta a tutti gli altri lavoratori. Il tfm colma semplicemente questa lacuna ed è un diritto riconosciuto ai componenti di tutte le assemblee elettive regionali e nazionali d’Italia».
Quindi è giusto che Vendola l’abbia percepito?
«Non c’è dubbio. Sarebbe giusto penalizzare un lavoratore, che per un certo periodo della carriera fa il sindacalista o il parlamentare, negandogli la buonuscita relativa a quello stesso periodo? Secondo me no».
E allora perché tutti si scagliano contro il tfm?
«Avendo soppresso il tfm in passato, adesso reintrodurlo provoca sdegno. Bisognerebbe spiegare ai cittadini, però, che si tratta non di uno scandalo ma di un diritto, tra l’altro riconosciuto ai consiglieri di tutte le altre Regioni dove nessuno si straccia le vesti. Va ricordato, poi, che il tfm vede in parte in contributo degli stessi consiglieri, come avviene per tutti i lavoratori. Mi sarei aspettato uno sdegno maggiore verso il ripristino delle Province di cui si discute in Parlamento e che costerà al Paese 300 milioni l’anno e per sempre».
Il ddl sarà votato dall’Aula?
«Lo deciderà la conferenza dei capigruppo. Alcuni consiglieri regionali si lasciano comprensibilmente condizionare dal clima che si è venuto a creare e dal timore di un giudizio negativo da parte dell’elettorato: spesso, quando si è sottoposti al consenso popolare, non si fa ciò che si crede giusto ma ciò che piace alla gente».
Infatti il M5s, dopo l’iniziale adesione al ddl, si è sfilato: ci saranno effetti sulla maggioranza di Emiliano?
«No, anche perché non si tratta di un ddl di iniziativa della maggioranza ma del Consiglio. E sono convinto che molti siano d’accordo anche tra i banchi dell’opposizione».
Intanto la Cgil ha mobilitato 60 sigle contro il tfm…
«La Cgil ritiene che la reintroduzione del tfm non sia opportuna in questo momento. Forse la giudica un segnale negativo indipendentemente dalla giustezza della norma».
Il Consiglio dovrebbe discutere anche del fine vita e della lotta all’omotransfobia: come andrà?
«Non credo che il ddl sul fine vita si discuterà: nel silenzio del Parlamento nazionale, valgono i principi fissati dalla Corte Costituzionale ai quali la Puglia si è già adeguata in tempi non sospetti. Sulla lotta all’omotransfobia è stato prodotto un ddl, frutto di confronto sia con le associazioni lgbt sia con il mondo cattolico, che risponde alla modernità e alla necessità di tutelare la dignità di certe persone».

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