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lunedì 23 Settembre 2024
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«La norma sullo scioglimento? Va assolutamente cambiata»

Per Roberto Calderoli non ci sono dubbi: la norma sullo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose va cambiata. Il ministro per gli Affari regionali lo dice chiaro e tondo nel centro congressi di Palazzo Rospigliosi, a Roma, sede della scuola di formazione della Lega. Parole forti, con le quali Calderoli sembra voler prendere le distanze dal «far west» scatenatosi a Bari e denunciato dalla senatrice berlusconiana Licia Ronzulli.

«Purtroppo quella norma si trova all’interno del Testo unico degli enti locali (Tuel) – spiega Calderoli – L’ho detto a Piantedosi: stralciamola quella parte. Forse la discrezionalità che si lascia a questa parte, chiamiamola amministrativa, è un po’ eccessiva». Il ministro per gli Affari regionali, da mesi bersaglio di critiche per il disegno di legge di attuazione dell’autonomia differenziata che porta il suo nome, è di fatto il primo esponente del centrodestra a porsi il problema dei criteri e degli effetti dell’applicazione dell’articolo 143 del Tuel. E riconosce la necessità di circoscrivere il perimetro della norma, anche per evitare che quest’ ultima possa essere usata come “clava” nei confronti dell’avversario politico di turno.

«Ci vorrebbero delle regole più chiare sul “quando”, sul “come” e sul “se” deve essere disposto lo scioglimento», specifica Calderoli prima di rivolgere un consiglio ai giovani presenti in sala a Roma: «Prima si studia e poi si delibera».

La presa di posizione dell’esponente leghista segue le parole con cui, negli ultimi giorni, molti addetti ai lavori hanno contestato una norma che, dal 1991 a oggi, ha nutrito la burocrazia prefettizia ed è stata troppo spesso utilizzata come arma di lotta politica, senza però riuscire a “bonificare” la politica locale. Ma le parole del ministro suonano anche come un monito a tanti colleghi di centrodestra che, negli ultimi giorni, hanno alimentato la canea giustizialista contro il sindaco barese Antonio Decaro e la sua amministrazione.

In questo, Calderoli sembra in sintonia con Licia Ronzulli, la senatrice di Forza Italia che ha contestato l’approccio di tanti compagni di partito e di coalizione a quello che è ormai noto come il “caso Bari”. «Da garantista e antigiustizialista – ha detto Ronzulli – mi interrogo sui modi. Se ci sono state infiltrazioni mafiose sarà il Ministero a intervenire, ma questo far west non lo approvo».

Di tenore sicuramente diverso saranno le affermazioni dei parlamentari del centrodestra barese che stamani terranno una conferenza stampa sull’ipotesi di scioglimento del Comune di Bari. Gli esponenti di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si ritroveranno alle 10.30 nell’aula consiliare di Palazzo di città per offrire la propria lettura della vicenda.

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