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Pd Puglia, la neo-presidente Azzarone: «Le correnti? Sono morte. Ripartiamo da città martoriate come Foggia»

«Le correnti non esistono più, io sono la nuova presidente del Pd pugliese». Così Lia Azzarone, foggiana, 45 anni, consigliera comunale e segretaria uscente della città di Foggia. Azzarone è stata indicata alla presidenza del Pd nell’assemblea infuocata di sabato scorso dopo il passo indietro di Stefano Minerva, sindaco di Gallipoli, a cui il segretario Domenico De Santis aveva promesso il posto di presidente poi finito alla stessa Azzarone. Una mediazione difficile fra le correnti Bonaccini e Schlein che ha individuato la foggiana, così come indicato da Roma, a dispetto della maggioranza del Pd pugliese in mano ai bonacciniani. «Queste divisioni – spiega la neo presidente – io non le ho viste, l’accordo è stato unitario, il nuovo partito deve parlare con una voce sola. Durante l’assemblea siamo stati tutti insieme, anche le mozioni minori, Cuperlo per esempio, o Articolo Uno, queste guerre del passato vanno archiviate. Le racconto un retroscena: è stato lo stesso Stefano Minerva a spingermi ad accettare l’incarico». Acqua sul fuoco, insomma, che in realtà continua a scoppiettare sotto la cenere.

Che ne pensa, presidente, delle dichiarazioni del deputato Claudio Stefanazzi sull’accordo che ha portato alla sua elezione, in particolare la maggioranza umiliata?

«Guardi, io non le ho sentite, le dico solo che il congresso è finito da tempo e ora bisogna a parlare con la gente, a recuperare consenso, a rivitalizzare il Partito democratico».

Qual è la ricetta?

«Primo l’unità, così come ci chiedono i nostri elettori, poi battaglie comune sul salario minimo, l’immigrazione, la difesa della nostra democrazia. Dietro l’angolo fra pochi mesi abbiamo le elezioni amministrative. Dobbiamo concentrarci su tutte le grandi città al voto in Puglia, a partire da Brindisi. Ma chiedo, in particolare, di accendere i riflettori sul caso Foggia. Una città martoriata, la seconda in Italia sciolta per infiltrazioni mafiose da parte di un’amministrazione comunale guidata dal centrodestra. È da qui che il Pd locale, ma io dico anche quello nazionale, devono ripartire per costruire un’alternativa, per dare risposte ai mille problemi».

Che alleanza deve fare su Foggia il centrosinistra: vale il modello Emiliano, cioè il campo largo?

«Non parlerei di schema Emiliano, ma ricordo che dalla sua elezione la nostra segretaria nazionale invoca l’accordo con le minoranze a livello nazionale. Il campo largo è un ingrediente fondamentale per rilanciare il Pd in tutte le competizioni».

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