Home Cronaca Adisu, la pm ricorre alla Cassazione: sotto la lente concorsi e incarichi

Adisu, la pm ricorre alla Cassazione: sotto la lente concorsi e incarichi

«Il tribunale del Riesame ha travalicato i limiti cognitivi delineati dall’orientamento della Suprema Corte». Con queste motivazioni, ben dettagliate, la pm della Procura di Bari, Savina Toscani ha fatto ricorso in Cassazione contro la decisione dei giudici della libertà che avevano annullato il suo decreto di perquisizione del 7 giugno scorso. La vicenda è quella dei presunti illeciti commessi all’Adisu (l’Agenzia per il diritto allo studio) della Puglia e relativi ad incarichi professionali.

Secondo la Procura, il direttore generale dell’agenzia pugliese, Gavino Nuzzo avrebbe falsificato titoli e truccato concorsi per pilotare l’assegnazione di incarichi all’Adisu, favorendo persone appartenenti al partito politico Sud al Centro oppure collegate all’Università telematica dove lavorava come docente, la Unipegaso.

Nei confronti di Nuzzo, i carabinieri di Bari eseguirono le perquisizioni disposte dalla pm Toscani «per la ricerca – spiegava la Procura – di database, titoli abilitativi o altri documenti volti a riscontrare l’esistenza di accordi delittuosi che sarebbero stati posti in essere in occasione della pubblicazione dei bandi di concorso idonei ad alterare le procedure di gara».

Le perquisizioni furono eseguite a Bari, Trani e Napoli. L’ipotesi accusatoria è che il dg, docente di Economia e direttore amministrativo fino a pochi anni fa della università telematica Pegaso con sede a Napoli, “avrebbe turbato le procedure di gara volte all’assegnazione di posizioni di rilievo nonché, attestando il falso, nominato quale legale per la difesa dell’agenzia in un giudizio di appello” un’altra persona, la cui posizione risulta essere ora archiviata, su richiesta anche della stessa pm.

Nuzzo, inoltre, avrebbe nominato le commissioni esaminatrici delle procedure concorsuali Adisu Puglia assegnando il ruolo di presidente anche a se stesso, così garantendo l’assegnazione di incarichi, di nomine e di posizioni di impiego presso l’Adisu, «turbando – secondo l’accusa – la regolarità delle gare e attribuendoli a soggetti appartenenti al partito politico Sud al Centro, ovvero collegati all’Università telematica e ai quali garantiva il conseguimento dei titoli abilitativi, presso la stessa università, necessari per ottenere gli incarichi o per partecipare ai concorsi banditi dall’Adisu».

Ma il Riesame aveva annullato quella perquisizione con relativo sequestro, sgonfiando di fatto l’intera inchiesta. Per la pm, i giudici avrebbero «violato le norme di due articoli del codice di procedura penale (309 e 324) nel «valutare il fumus dei delitti a fondamento del provvedimento di sequestro». E ne chiede l’annullamento.

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