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Assegno unico, Puglia terza in Italia per numero di richieste: oltre 11mila i beneficiari

Assegno di inclusione e formazioni, in Puglia chi cerca di rimettersi in moto e tornare a lavoro è donna ha tra i 55 e i 59 anni ed è pronta ad un corso di formazione (oltre 8mila le domande di genere in questa fascia di età per il supporto formazione lavoro). L’assegno di inclusione voluto dal governo in sostituzione del reddito di cittadinanza ha il suo exploit al sud. La Campania fa il botto con il maggior numero di domande, la segue la Sicilia e al terzo posto c’è la Puglia.

«Gli interventi sono massimamente concentrati al Sud, le due misure (assegno di inclusione e supporto formazione lavoro) hanno sostituito il reddito di cittadinanza con due percorsi differenti stanno funzionando, e anche bene», dichiara il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone. Il supporto per la formazione e il lavoro, ha sottolineato Calderone, «ha un tiraggio inferiore rispetto a quelle che erano le previsioni, ma va letto insieme anche a tutti quegli altri indicatori del mercato del lavoro che ci dicono che in questo momento abbiamo il tasso di occupazione più alto di sempre e il tasso di disoccupazione più basso, cioè dopo la formazione si transita verso il lavoro».

I numeri

In Puglia le domande per l’assegno di inclusione accolte sono state 67.744 mentre i beneficiari di Sfl sono 11.502. Chi ha voglia di rimettersi in gioco è sopratutto chi è uscito dal mondo del lavoro ed è appunto tra i 40 e i 55 anni. Molte le richieste di donne, magari con figli ormai adolescenti (considerando l’età tra i 55 e i 59) questo l’identikit di chi ha fatto più domanda. L’importo minimo è di 480 euro, considerando poi l’Isee, ma anche tutta una serie di parametri tra cui la presenza di minori al di sotto dei 3 anni o persone con disabilità, può arrivare anche a oltre 600 euro.

E a chi dice che è un importo minore a quello del reddito di cittadinanza, la ministra risponde che comunque va sommato all’assegno familiare.

Le percentuali

L’accesso alla misura richiede, oltre al valore dell’Isee, numerosi requisiti: reddituali, patrimoniali, di residenza, di possesso dei beni durevoli. È prevista, inoltre, la registrazione nella piattaforma Siisl (Sistema informativo per l’Inclusione sociale e lavorativa) e l’inserimento del curriculum vitae; la sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD). Il 78% delle 96mila domande accolte dall’inizio della misura fino al 30 giugno si concentra nelle regioni del Sud e nelle Isole. Seguono le regioni del Nord con il 13% ed infine quelle del Centro con il 9%. La regione con il maggior numero di richiedenti accolti è la Campania (28%), seguita da Sicilia (18%), Puglia (12%) e Calabria (11%); in queste 4 regioni risiede il 69% dei soggetti che hanno avuto almeno una mensilità di Sfl.

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