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sabato 27 Luglio 2024
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Bari. Un giardino intitolato a Giuseppe Mizzi, vittima innocente di mafia

È stato intitolato a Giuseppe Mizzi, vittima innocente di mafia, il giardino in via monsignor Nuzzi a Loseto, quartiere di Bari.

Giuseppe Mizzi è stato ucciso il 16 marzo 2011 a 39 anni, davanti alla sua abitazione per un tragico scambio di persona durante un agguato mafioso.
Alla cerimonia di intitolazione, accanto ai familiari di Mizzi, sono intervenuti il presidente di Libera nazionale don Luigi Ciotti, il sindaco di Bari Antonio Decaro, la presidente del Municipio IV Grazia Albergo, i familiari di Michele Fazio e Gaetano Marchitelli, giovanissime vittime innocenti di mafia della città di Bari, e diverse scolaresche di Bari
«Giuseppe non è morto – ha esordito don Luigi Ciotti -. Oggi l’abbiamo reso ancora una volta vivo. Noi tutti dobbiamo essere più vivi, più attenti, più responsabili. La nostra memoria deve essere sempre viva, tradursi, tutti i giorni e non qualche volta, in una memoria di responsabilità e impegno. La memoria ha bisogno di cura e di manutenzione ma vorrei che non dimenticaste che qui, grazie al lavoro degli organi investigativi, della magistratura e di un bravo avvocato, si è conosciuta la verità. Ci vuole più coraggio, termine che in latino significa “ho cuore”: avere coraggio vuol dire avere cuore. Questo è l’augurio che faccio a tutti, abbiate più cuore e più coraggio, che si mostra a cominciare dalle piccole cose e dai piccoli gesti». 
«Mi rivolgo soprattutto ai bambini che oggi ci osservano mentre ci commuoviamo – ha proseguito Antonio Decaro -. Nella vita si può piangere per due motivi: perché si è tristi o perché si è felici. Oggi le nostre lacrime rappresentano la felicità che proviamo nel vederci qui tutti insieme per ricordare una persona per bene, Giuseppe Mizzi, cui stiamo intitolando questo giardino. Dieci anni fa le nostre lacrime erano diverse: eravamo tristi perché la città fu colpita da quell’omicidio. Giuseppe Mizzi era un brav’uomo, un lavoratore, un padre dedito alla sua famiglia che ha perso la vita mentre tornava a casa, come faceva tutti i giorni. Per questo gli abbiamo voluto dedicare questo giardino, cosicché il suo nome resti impresso nella memoria della nostra comunità».

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