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Aramu è pronto a prendersi il Bari: «Mi piacciono le sfide. Non possiamo sbagliare»

Affinché il nuovo Bari di Pasquale Marino possa funzionare c’è bisogno soprattutto dell’apporto dei nuovi “leader tecnici”. Su tutti, Mattia Aramu. Il 28enne attaccante piemontese è l’uomo copertina dell’ultimo giorno di calciomercato, scelto dal ds Ciro Polito per fare le veci dell’infortunato Menez (sulla via di un lento recupero).

Finora carica “a salve” in campo. Cinque presenze, tre da titolare, ma per ora senza lasciare tracce capaci di rievocare le gioie e le luci della ribalta vissute nel recente passato. Quello apprezzato nei primi due mesi baresi non è l’Aramu protagonista del triennio di gloria con la maglia del Venezia, tra il 2019 e il 2022. Periodo condito da 30 gol, dei quali 7 in Serie A e soprattutto dalla promozione nel massimo campionato, segnando 9 reti. «A Venezia ho vissuto 3 anni molto positivi, mentre con il Genoa nella scorsa stagione, fino all’infortunio di febbraio, avevo sempre giocato. Dopo il cambio di modulo non sono più riuscito a trovare spazio, poiché quell’assetto non esaltava le mie caratteristiche», ha dichiarato l’attaccante, spostando quindi l’attenzione sul presente a tinte biancorosse. «Quest’anno è una bella sfida, sono felicissimo di essere in una città come Bari».

Il retroscena della trattativa. La svolta è arrivata dopo un lungo tira e molla solo nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre, quando Bari e Genoa (proprietario del cartellino di Aramu) hanno trovato l’accordo economico sul prestito (con obbligo di riscatto in caso di A). Decisiva la mano tesa dal Grifone per contribuire al pagamento dell’ingaggio dell’attaccante. «Non è stato semplice, si è fatto tutto all’ultimo, ma una volta chiarita la situazione ci abbiamo messo poco a definire i dettagli. Non ci ho pensato un attimo ad accettare Bari, perché mi piacciono le sfide».

La responsabilità addosso. Un calciatore dal pedigree di Aramu non può non farsi carico del Bari e del suo momento no, cercando di prenderlo per mano e tirarlo fuori dalle sabbie mobili di un avvio di campionato in salita, sfociato nell’esonero di Mignani. «I riflettori addosso sono piacevoli, perché in una piazza del genere è giusto dimostrare il proprio valore per portare in alto il Bari. Abbiamo cambiato allenatore, ma i punti avevano lo stesso valore anche prima. Le partite non sono andate come volevamo. È ovvio che ognuno di noi potesse fare di più, ma quello che è stato l’abbiamo archiviato. Spero di dare il mio contributo. Sappiamo che d’ora in avanti ci possiamo concedere pochi passi falsi. Serve subito la vittoria».

A caccia della posizione ideale. Trequartista, seconda punta o esterno? «In carriera ho ricoperto tutti questi ruoli e mi sono trovato bene sempre», ha spiegato Aramu, destinato al ruolo di esterno nel 4-3-3. «Il mister (Marino, ndr) ha allenato grandi campioni e sa perfettamente come far venire fuori le mie caratteristiche, spero di ripagare la fiducia sul campo. Amo la ricerca degli spazi liberi dentro il campo, dove posso esprimermi meglio. Ma il ruolo è solo una questione di posizione, poi serve altro».

Specialista dei calci piazzati. Una novità nel repertorio del Bari ’23’24, con Aramu capofila. «Calciare le punizioni è una delle mie caratteristiche. Mi alleno molto per cercare di migliorarmi. Spero di riuscire a fare presto gol su calcio da fermo».

Il lavoro di Marino. «Testa e intensità». Sono le due parole magiche che secondo la ricostruzione fornita dall’ex Genoa hanno caratterizzato i primi dieci giorni di allenamenti guidati da Pasquale Marino. «Se siamo pronti a mettere in pratica il suo calcio? Posso anche rispondere di sì, ma se poi non trasferiamo in gara il lavoro settimanale le parole valgono come fumo», ha ammesso il 28enne torinese. «Noi ce la stiamo mettendo tutta per capire come il mister gestisce la fase offensiva. Darò il massimo, spero di riuscirci con i numeri, ma l’atteggiamento sarà fondamentale per tutti, non dobbiamo sbagliare».

Riconquistare il San Nicola. È l’obiettivo fissato da Aramu, ben consapevole di quanto conti il fattore casalingo per poter ambire davvero ad un campionato di vertice. «Abbiamo bisogno della vittoria in casa perché l’entusiasmo della città e dei tifosi è importante per noi. Dobbiamo trasformare il San Nicola nel nostro fortino. Il punti in casa sono importanti per lottare nelle prime posizioni. Riportare 50mila spettatori? Parlo da chi è stato anche avversario come l’anno scorso: vi assicuro che non è facile avere il coraggio di venire a giocare in uno stadio delle genere. Dobbiamo essere bravi noi a riportare l’entusiasmo che c’era l’anno scorso, e possiamo farlo solo attraverso le prestazioni». La speranza è che sia già il Modena, sabato prossimo, la prima vittima del «fortino» biancorosso, ancora a secco di vittorie.

Il dribbling sulla bufera calcioscommesse. Forse spiazzato dalla domanda in sala stampa sulla nuova bufera che ha travolto il calcio italiano, Aramu ha glissato: «È un momento delicato, non mi va di parlare di queste cose, noi pensiamo a lavorare ogni giorno per vincere le partite. Siamo focalizzati solo sul campo».

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