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Bari, Comune e Diocesi firmano il decalogo dell’accoglienza: un patto per rafforzare il sistema degli aiuti

Fare di Bari un modello territoriale di inclusione sociale. A questo punta B.A.R.I., il protocollo firmato dall’Arcidiocesi di Bari, dalla Facoltà teologica pugliese, dal Comune di Bari, dal Dipartimento di Giurisprudenza e dall’Asl Bari. La cerimonia della firma si è tenuta ieri, in concomitanza con la giornata della memoria e dell’accoglienza, nella sala Dorato di Palazzo Ateneo.

Il documento si articola in dieci punti. Il primo ha lo scopo di promuovere l’attività di un tavolo permanente per il dialogo interreligioso, al fine di costruire una rete tra confessioni religiose e istituzioni. Particolare attenzione il protocollo dà agli operatori del settore, puntando a fare rete per la gestione dei flussi migratori, gestendo i relativi dati per sotto il profilo dell’integrazione sociale, culturale e religiosa dei migranti. Al terzo punto, il documento prevede la messa in campo di una serie di iniziative rivolte alla cittadinanza, che coinvolgano le categorie vulnerabili a partire da un’informazione accessibile dei servizi di accoglienza presenti in città. Tra gli obiettivi prefissati dall’accordo c’è anche il tentativo di colmare le distanze tra centro e aree periferiche della città, con riguardo particolare alle strutture pubbliche e ai servizi.

Si punta, poi, a consolidare i rapporti tra le diverse espressioni della Chiesa locale e le amministrazioni del territorio, incrementando lo scambio di informazioni tra loro, al fine di coordinare un’azione di sostegno a situazioni di fragilità sociale. Viene riservata un’attenzione particolare a Bari come città meta di pellegrinaggio. Il protocollo punta a sostenere tutti i pellegrini che, ispirati dal messaggio di solidarietà, fratellanza e accoglienza di San Nicola, scelgono Bari, offrendo adeguati servizi.

L’accordo potenzia anche le unità territoriali di assistenza sanitaria domiciliare, già operanti sul territorio barese, per una sanità sempre più vicina ai soggetti fragili, oltre che a organizzare, con un intervento sistematico, tutti i servizi sanitari già offerti agli stranieri che, a vario titolo, si trovano sul territorio barese. Infine, il protocollo favorisce percorsi formativi per l’acquisizione di conoscenze e competenze trasversali in tema di inclusione sociale e a sostenere il dialogo interuniversitario, , alimentando la collaborazione tra le istituzioni accademiche coinvolte.

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