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sabato 27 Luglio 2024
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Bari, la carica degli ex: «A Terni cuore, fame e orgoglio. La salvezza è possibile»

«Cuore, fame e orgoglio» per vincere la partita più delicata degli ultimi 20 anni ed evitare così una catastrofica retrocessione. Alla vigilia di Ternana-Bari, gara di ritorno dei playout di serie B, alcune delle bandiere più iconiche della storia biancorossa hanno voluto proiettarsi verso il match lanciando in coro messaggi di amore, improntati al «senso di responsabilità» verso la città e la tifoseria.

Angelo Terracenere

Sessanta anni, ex centrocampista del Bari, con oltre 250 presenze, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. «Credo che sia una gara aperta ad ogni risultato. All’andata, la Ternana mi ha fatto una bella impressione nel primo tempo, poi è calata, probabilmente anche per merito dei biancorossi. Non vedo un Bari già sconfitto, ma una squadra che proverà a dare quanto meno un’ultima gioia ai tifosi. Sono abbastanza scaramantico, magari si potrà scrivere un finale opposto rispetto a quello di un anno fa, il Bari ce la può fare. Le chiavi del match? Sibilli, se si presenterà in buone condizioni, e Maita. In attacco, sinceramente, non vedo altra gente che possa impensierire gli avversari. Cosa direi se fossi nello spogliatoio? Che sarebbe meglio fare risultato… Vista la stagione degli ultimi 20 anni, tornare a Bari con la salvezza in tasca significherebbe come aver vinto un campionato. Al contrario, sarebbero dolori, perché retrocedere con il Bari non è come farlo con altri club».

Gerson

Ex centrocampista del Bari (oltre 130 presenze tra il 1989 e il ’96, 57 anni da compiere, già compagno di squadra di mister Federico Giampaolo. Giovedì, in occasione della gara di andata, era al San Nicola insieme all’ex attaccante biancorosso Tovalieri. «Sensazioni? Strane. Sto già vivendo la partita addosso, con grande angoscia. È un match da dentro o fuori. La retrocessione sarebbe un incubo. La Ternana pur essendo una squadra molto giovane è quadrata e organizzata. Come si fa a lasciarsi aggredire in quel modo in una partita casalinga? Mai vista una cosa del genere. Ora però dobbiamo supportare il Bari. Parliamo di un club con una storia prestigiosa. Chi scende in campo e non lo fa non con la testa giusta mi suscita grande fastidio. Mi spiace per il mio amico Giampaolo, perché ha preso in mano questa situazione; sta tentando di fare il possibile, per trovare la migliore formazione e avere grande disponibilità per affrontare nel modo giusto una partita così importante. È l’ultima spiaggia. Da ex e da tifoso, mi auguro che sia una gara diversa rispetto all’andata e che i calciatori possano scendere in campo con orgoglio, per onorare e difendere la storia del Bari e la sua grande tifoseria. Pariamo di un club che ha sempre avuto rispetto. Le chiavi per la vittoria? L’atteggiamento, il pensiero, la testa, la fame, arrivare sempre prima degli avverarsi, curare i dettagli. Non è questione di modulo. Il modulo è la testa, stare bene in campo e accorciare verso la palla, per togliere tutti gli spazi. Bisogna correre di più e dare il 200%. Solo così si potrà fare qualcosa di diverso, altrimenti sarà una missione impossibile. Se i calciatori hanno qualcosa nel cuore dovranno tirarla fuori».

Pietro Maiellaro

È il numero 10 indiscusso della storia biancorossa, con 136 presenze e 28 gol, tra il 1987 e il ’91. A 60 anni l’estro, il genio, e la malizia delle suo straordinarie giocate si traducono in analisi sempre ficcanti e pepate. «Prima di tutto partiamo dalla gara di andata: da quando ho iniziato a giocare a calcio non credo che abbia mai visto uno scempio del genere. Non saprei dire se questi calciatori possiedano una spina dorsale. È una vergogna aver trasmesso una tale negatività alla città e alla gente. È una totale delusione. Cosa mi auguro? Che possano fare un miracolo sportivo, anche se vedendo i “soldati” sembra impossibile. Ma vediamo cosa accadrà. Gli strumenti per il successo? “Bucio de culo”. Scherzi a parte, non devi sbagliare nulla e la fortuna deve venire dalla tua parte. Ma la fortuna te la devi anche andare a cercare per fare in modo che gli episodi girino a tuo favore. Mi auguro che possano fare la migliore partita della loro vita. Se mi trovassi nello spogliatoio direi poco e niente. Probabilmente farei leva su un concetto: che è l’ultimo momento per mettere in pratica ciò che non abbiamo realizzato durare l’anno: i fatti. E così riuscire a risolvere un enorme problema. Perché se il Bari retrocedesse si brucerebbe tutto quello che si è costruito negli ultimi 6 anni, sarebbe un fallimento totale. Poi voglio rivolgere un appello a chi dovesse vedere e seguire la partita dal vivo, in tv, in radio o sui social: mi auguro che si stia tutti vicino alla squadra, con la speranza che questo affetto alla fine venga ricambiato».

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