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Bari, la fine di un incubo. Ma adesso è tempo di scelte e di chiarezza. Tanti i nodi da sciogliere

Foto di Tess Lapedota per Radio Selene Passione Bari

Scampato il pericolo, è tempo di profonde analisi e valutazioni in casa Bari. La prova maiuscola dei biancorossi nella partita più delicata degli ultimi vent’anni non potrà evitare un’attenta e profonda riflessione sulle cause di una stagione che resta fallimentare, da ogni punto di vista. La notte miracolosa di Terni ha scongiurato il rischio di un disastro quasi senza precedenti nella storia del club pugliese, ma non sarà sufficiente a coprire errori e omissioni, sua sul piano societario che della gestione tecnica.

Polito in bilico

Da “architetto” del progetto tecnico 2023-2024, facendosi carico di tutte le scelte, il direttore sportivo, inevitabilmente, dovrà rispondere del suo operato dinanzi ai vertici societari. Sotto esame tutti i fattori che hanno originato la tribolatissima storia della stagione: la bocciatura del mercato estivo ed invernale, i tre esoneri ed infine l’extrema ratio dell’autogestione tecnica, mossa della disperazione alla fine risultata vincente. A rendere ancora più delicata la posizione del manager dell’area tecnica c’è anche “l’aggravante” di aver indotto la società ad appesantire il budget annuale, per effetto degli ingaggi molto onerosi relativi ai contratti stipulati nelle due sessioni di mercato, anche con l’obiettivo di tentare di correggere gli errori: su tutti quelli di Puscas e Aramu, calciatori manifesto del fallimento, e di mister Iachini (circa 2milioni, 2025). Tra gli aspetti che potrebbero pesare poi nelle valutazioni c’è anche la condotta, troppo spesso caratterizzata da un’esuberanza che, nella sua “genuinità”, ha finito per danneggiare anche l’immagine del Club. Infine bisognerà tenere conto del vincolo contrattuale, valido fino a giugno del 2025. Se sarà divorzio servirà trovare necessariamente un accordo, onde evitare un altro costosissimo licenziamento. La sensazione è che salvo colpi di scena l’avventura a Bari di Ciro Polito sia ormai giunta al capolinea. Per il futuro l’identikit su cui puntare corrisponde ad un profilo di comprovata esperienza, che possa rappresentare una certezza, sul piano tecnico e gestionale.

Capitolo panchina

Il nodo non potrà che essere sciolto soltanto dopo le decisioni riguardanti il vertice dell’area tecnica. È difficile che a Bari si verifichi quanto successo a Napoli nel recente passato, senza dimenticare il peso della memoria, in relazione alle scelte compiute nella stagione 2020-2021 in Serie C. Tuttavia si parte da una certezza: il Bari e Beppe Iachini sono legati ancora per un altro anno. Anche in questo caso, soprattutto in virtù di un addio molto burrascoso, non sembrano esserci i margini per un clamoroso ritorno.

La rosa degli addii

In tanti sono già con le valigie in mano. A salutare Bari saranno certamente Brenno, Edjouma, Puscas, Aramu, Diaw, Guiebre. Improbabile che venga esercitato il diritto di riscatto per il portiere brasiliano (2 milioni), in primo piano sulla copertina destinata alle meteore della storia biancorossa. Stesso discorso per Puscas, che si congeda con 4 reti e prestazioni caratterizzate da più ombre che luci. Nessuna possibilità per Aramu, messo addirittura fuori lista a gennaio e poi ripescato senza successo. Edjouma tornerà alla Steaua Bucarest con il titolo di oggetto misterioso. Solo rimpianti per Diaw, ai saluti con 12 presenze in 40 partite a causa di tanti, troppi infortuni divenuti cronici. Più fuori che dentro anche Acampora, nonostante qualche timido segnale lanciato nell’ultimo periodo. Niente da fare per Kallon, che rientrerà al Verona dopo il prestito secco di gennaio. Addio per Koutsoupias, fermato dalla rottura del crociato al ginocchio. Anche il greco era in prestito secco (dal Benevento), come Nasti, che tornerà al Milan, con un bottino di 7 gol tra campionato e playout.

Sibilli, verso il riscatto

Con il rendimento monstre di Valerio Di Cesare, è una delle poche sorprese di una stagione maledetta. Bomber quasi “per caso”, chiude con 12 gol in 37 partite, laureandosi capocannoniere del Bari. Salvo ripensamenti non dovrebbe essere in discussione l’esercizio dell’opzione di riscatto dal Pisa, fissata a circa 600mila euro. A parte il numero 20 l’attacco sarà totalmente da rifondare. Per il resto sono 14 i calciatori che potrebbero comporre la nuova rosa: il portiere Pissardo (contratto fino al 2025), i difensori Vicari (2026), Zuzek (2026), Di Cesare (2025), Matino (2026), Ricci (2025), Dorval (2026) e Pucino (2025); i centrocampisti Maiello (2025), Maita (2026), Benali (2025), Lulic (2026), e Bellomo (2025, ma verso i saluti), e gli attaccanti Morachioli (2026) e Achik (2027).

I DeLa e il futuro

Le dichiarazioni al Senato di Aurelio De Laurentiis («prima del 2028 di lasciare non se ne parla, senza di noi il Bari è destinato alla B o al fallimento) e la durissima reazione del sindaco Decaro («basta umiliazioni, adesso vendano) sono un punto di non ritorno. L’unico modo per ripartire e provare a ricomporre una frattura con la piazza, che appare insanabile, è dare avvio ad un piano di rilancio serio, chiaro, che coincida con le legittime ambizioni della piazza. Diversamente lo spazio per una nuova stagione all’insegna della serenità, al momento, appare un’utopia. I tifosi sono già sul piede di guerra, annunciando persino azioni di boicottaggio.

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