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mercoledì 9 Ottobre 2024
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Bari, la storia di Gabriele: «Con 700 euro devo scegliere se mangiare o curarmi» – VIDEO

Dover scegliere se curarsi oppure rispondere a bisogni primari, come mangiare e vestirsi o pagare l’affitto. È la storia di Gabriele Forcello, 70 anni, che nonostante la sua grave disabilità con patologie che gli impediscono di vivere una vita autonoma, è a rischio sfratto e potrebbe finire per strada.

Quanto percepisce al mese?

«Io percepisco 1200 euro al mese, comprensivi di assegno di pensione e assegno di accompagnamento. Questa cifra comprendeva anche il reddito di inclusione, di 500 euro, che utilizzavo per il cibo. Soffro di una grave forma di obesità e non posso essere trasportato. Non posso mangiare tutto quello che voglio, devo seguire una dieta bilanciata e appropriata. Ma da quando mi hanno tolto il reddito di inclusione, per via di un errore che i dipendenti hanno fatto non processando mai la mia pratica, sono rimasto con 700 euro. Ho fatto denuncia ma nulla».

Come fa con cure e medicine?

«Le medicine riesco ancora ad acquistarle, ma con quello che mi rimane dalla pensione dovrei vestirmi, pagare il fitto, le utenze, pagare un aiuto a qualcuno che mi venga ad aiutare con le pulizie. In più, non potendo muovermi, non posso permettermi delle visite specialistiche a domicilio che sono necessarie e che non tutte vengono passate dalla mutua, e dovrei pagare. Se avessi un infermiere che venisse a disinfettarmi la gamba, che purtroppo per il diabete è gonfia e livida, anche un’ora al giorno la mia vita sarebbe migliore. Ma io non ho l’assistenza domiciliare integrata. Il mio Isee è di circa 4mila euro, entro in tutti i discorsi assistenziali, ma il Comune non mi è venuto ad offrire assistenza medica, come mi ha più volte promesso, ma una persona che veniva a farmi le pulizie in casa. Nessuno, però, viene qui a pulire per un giorno solo e quindi anche l’aiuto domestico non è servito. Avrei avuto necessità di un aiuto più completo, anche a livello di servizio di lavanderia che avrei potuto pagarmi».

Anche la mobilità le è preclusa?

«Si. Ho una carrozzina elettrica che mi permetteva almeno una certa autonomia. Ma a causa del peso, 180 kg, le sospensioni si sono rotte.

Il mezzo non è più in garanzia e quindi dovrei pagare, di tasca mia, quasi 150 euro per farle aggiustare. Un costo che non posso permettermi. Dei volontari hanno provato a fare una colletta, ma non hanno raggiunto la somma necessaria. Ora però il problema più serio è l’abitazione».

Domani ci sarà il quarto accesso dell’ufficiale giudiziario. Se non dovessero darle una proroga, dove andrà?

«Sono al quarto accesso e, questa volta, l’ufficiale giudiziario ha chiesto il supporto delle forze dell’ordine. Io non so dove andare. I servizi sociali non mi hanno seguito per quasi due anni. Sono stato abbandonato e ora potrei non avere più un tetto sulla testa. Chiedo a chiunque possa darmi un aiuto concreto di farsi avanti, perchè le istituzioni hanno lasciato che io ritornassi per strada. Ero già stato un senza tetto, ma ora le mie condizioni di salute sono peggiorate. Mi propongono delle case di cura, ma se mi fossero ridati i 500 euro del reddito di inclusione io potrei vivere dignitosamente e permettermi di pagare un affitto».

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