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domenica 19 Maggio 2024
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Bari, malata di Sla rischia lo sfratto: Annamaria incontrerà la ministra della Disabilità

Lo sfratto esecutivo è stato stabilito dal giudice martedì 23 aprile. Si complica così la vicenda che vede protagonista Annamaria: dopo essere stata lasciata dal marito è rimasta a vivere nella ex casa coniugale, in quanto, affetta da sclerosi multipla a placche è completamente invalida, motivo per il quale non può più lavorare e rendersi autonoma. Una serie di cause giudiziarie promosse dall’ex marito la costringono ora a dover lasciare l’immobile, pur non avendo altro luogo dove poter trasferirsi. Oggi il caso di Annamaria verrà riferito direttamente alla ministra per la Disabilità Alessandra Locatelli, che sarà a Bari per un incontro a sostegno del candidato sindaco del centrodestra Fabio Romito. A sostenere la donna e ad accompagnarla oggi pomeriggio all’AncheCinema in corso Italia, dove ci sarà la ministra, un gruppo di attivisti che ha preso a cuore il caso. Sarà l’occasione per discutere con la titolare del dicastero anche del recente decreto legge approvato qualche mese fa nella legge delega che riguarda in particolare le valutazioni sulla disabilità. Fare conoscere la storia di Annamaria è per gli attivisti l’occasione di inserirsi nel dibattito cittadino sul tema, uno dei punti programmatici dei candidati sindaci, a partire proprio da Fabio Romito.

La magistratura, oltre ad averle imposto di lasciare la casa, l’ha obbligata a versare l’indennità di occupazione. «Tale circostanza – spiega l’avvocata Antonella Labianca che rappresenta Peragine – ha portato il marito a pignorarle il conto corrente sul quale l’uomo versa un misero assegno di mantenimento, sostenendo di essere in gravi condizioni economiche, seppure abbia un lavoro gratificante e fortemente remunerativo e vive in uno stabile di 3 piani con l’attuale moglie che ha conosciuto in quanto fisioterapista di Annamaria».

Annamaria non la possibilità economica di poter acquistare un immobile, né tanto meno può fornire garanzie bancarie per prenderne uno in affitto; peraltro, l’appartamento deve essere privo di barriere architettoniche e avere dei costi contenuti in quanto al momento la signora vive unicamente con la misera pensione di accompagnamento.

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