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Bari, nel 2022 assistite 170 donne nel Cav: «Necessario agire su radici culturali»

Dall’inizio del 2022 sono stati più di 170 gli accessi di donne al Centro antiviolenza comunale di Bari. Di queste, 43 sono state prese in carico, 14 sono stati gli interventi in emergenza e 6 gli inserimenti in strutture protette.

I dati sono stati diffusi questa mattina durante la conferenza stampa di presentazione del festival “Generare culture nonviolente”, la manifestazione cittadina promossa dall’assessorato al Welfare e organizzata dal Centro antiviolenza comunale in collaborazione con la rete cittadina Generare culture nonviolente e il Centro antidiscriminazioni comunale con l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sulla condivisione di una cultura non violenta, rispettosa delle donne e delle differenze, contro ogni forma di discriminazione e stereotipo.

«Nell’ultimo triennio di lavoro del Centro antiviolenza comunale abbiamo registrato 972 accessi di donne con minori e 95 accoglienze in strutture, abbiamo attivato 4 sportelli dislocati nei presidi universitari e 2 in rete con i servizi per la terza età. Sono in aumento, infatti, le violenze a danno di donne molto adulte e tra minori», ha spiegato l’assessora comunale al Welfare Francesca Bottalico.

«Accanto agli interventi che ogni giorno portiamo avanti con i Centri antiviolenza in termini di tutela, accompagnamento, protezione delle donne e ripartenza di una nuova vita dopo la denuncia – ha aggiunto – è necessario porre un’attenzione continua alle azioni di tipo formativo, educativo e socio-culturale, perché la violenza va contrastata partendo dalle radici culturali insite in modelli educativi spesso perpetrati in famiglia e in società».

E in questo senso va il cartellone di iniziative di Generare culture nonviolente che prevede tre giornate, ad ingresso libero e gratuito, di workshop, performance, spettacoli e allestimenti artistici incentrati sui temi del contrasto a ogni forma di violenza e discriminazione e agli stereotipi di genere nel Teatro Kismet Opera di Bari.

«Per noi novembre è un momento particolarmente importante – ha affermato Marika Massara – ma in realtà il lavoro delle realtà associative, che collaborano con il Centro antiviolenza e hanno sottoscritto un protocollo proteso alla diffusione della cultura della non violenza, è un percorso che ci accompagna tutto l’anno. Al teatro Kismet avvieremo laboratori di teatro terapia con l’utilizzo delle maschere e con il kintsugi tessile, perché attraverso l’arte si può comunicare la necessità di abbattere gli stereotipi e, allo stesso tempo, intraprendere un percorso interiore che riguarderà tutti gli operatori coinvolti».

Complessivamente sono 30 le iniziative organizzate in queste settimane dalla rete cittadina Generare culture nonviolente che, in tutti i quartieri della città di Bari, promuoveranno attività e laboratori sui temi della manifestazione rivolgendosi a minori, bambini e bambine, ragazzi e ragazze, adulti e famiglie.

Tra le proposte vi sono sportelli di ascolto per donne over65, dibattiti, conferenze e seminari, laboratori audiovisivi ed espressivi per adolescenti e minori, laboratori di auto-narrazione per donne e giovani adulte, attività sportive e di sensibilizzazione, letture ad alta voce, presentazioni e letture di libri, brevi corsi di autodifesa personale, atelier e tanto altro. Le iniziative avranno luogo all’interno delle sedi dei servizi del welfare cittadino, di scuole e spazi sociali per leggere della rete Bari Social Book.

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