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Bari regno delle start up: crescita record nel 2022

Start up e pmi innovative, tutti le vogliono ma pochi sanno attrarle. Nel primo trimestre 2022 Bari è quinta in Italia con ben 362 nuove iscrizioni al Registro delle Imprese della locale Camera di Commercio. Sono i dati resi noti dal Ministero dello Sviluppo economico, in collaborazione con UnionCamere, che ben definiscono anche gli ambiti di competenza delle start up.

Dalla produzione di software alla consulenza informatica, dalla ricerca e sviluppo alla fabbricazione di macchinari e prodotti elettronici, sono queste le attività che si confermano di maggiore incidenza. In crescita la tendenza delle startup innovative fondate da under 35, con un + 0,5%, per un totale di 17,4%. Del resto, si tratta di imprese giovani, ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita e che rappresentano per questo uno dei punti chiave della politica industriale italiana, come normato con il decreto legge 179/2012.

I campi di applicazione dell’innovazione tecnologica sono praticamente tutti. Per esempio, in ambito sanitario farmaceutico. È il caso della Profiter di Bari che, grazie all’intelligenza artificiale, riesce a gestire in maniera efficace i magazzini delle farmacie, ospedaliere e private. Lo racconta il ceo Osvaldo Mauro: «Ci occupiamo di sostenibilità, in termini ambientali ed economici». Il riferimento è al fatto che un terzo dei medicinali delle farmacie ospedaliere viene sprecato perché supera la scadenza. «Accade anche in quelle private ma, soprattutto, accade anche il contrario. Un farmaco necessario ma che non è presente in magazzino e viene acquistato d’urgenza, con inevitabile incremento del costo». La storia di Osvaldo e dei suoi due soci è particolare perché hanno deciso di investire a Bari, pur essendo di Cuneo, come spiega lo stesso ceo: «Per spingere a un investimento serve un ecosistema che funzioni. Dalla disponibilità dell’incubatore Impact Hub in Fiera che ci ospita alla possibilità di avvalersi delle ricerche di un ente come il Politecnico, senza trascurare le risorse messe a disposizione dalla Regione, come nel nostro caso con Tecnonidi».

Conviene sulla necessità che si verifichino più concause per investire e far decollare un’impresa, soprattutto start up innovativa, anche il ceo della Bricksensitive, Giammichele Morgante: «Ma è anche una questione di apertura culturale all’innovazione tecnologica». La sua impresa ha abbracciato appieno il concetto stesso di smart working, con cinque soci che lavorano tra Bari, Rutigliano, Grottaglie e Brescia. «Rendiamo intelligenti le costruzioni, con una serie di sensori che dialogano con una centralina e raccontano lo stato stesso della struttura». L’idea nasce in chiave antisismica ma si può applicare anche per altri scopi. «L’intelligenza artificiale può tornare utile per raccogliere una serie di dati e creare uno storico della singola costruzione: la durata dei materiali; le sollecitazioni esterne; i livelli di inquinamento. Non è un percorso semplice, serve la collaborazione di tutti».

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