Home Puglia Bari Baritech, il grande bluff: licenziamenti più vicini per 115 operai

Baritech, il grande bluff: licenziamenti più vicini per 115 operai

Si è conclusa con l’ennesimo nulla di fatto l’incontro di ieri, al tavolo di confronto della task force regionale per l’occupazione, sulla vertenza Baritech. I rappresentanti di Arborio, società bresciana capofila della cordata di imprenditori del Nord che aveva messo sul piatto un’offerta vincolante per l’acquisto dello stabilimento, non si sono presentati. Sono state consegnate, invece, due note nelle quali la società comunicava il venir meno delle condizioni per il rilancio del sito.

In particolare Arborio ha contestato le perizie effettuate sui macchinari, sottolineando la mancanza di garanzie rispetto all’esigibilità del credito di imposta che ammonta a circa un milione e mezzo di euro. Durante il sopralluogo effettuato dalle parti il 9 dicembre scorso, tuttavia, era stato verificato come i macchinari fossero funzionanti e normalmente connessi e come i computer di controllo risultassero collegati.

La task force regionale ha comunque dato mandato al suo presidente Leo Caroli di sollecitare ulteriormente Arborio affinché venga nominato un nuovo perito di parte che possa espletare un ulteriore sopralluogo per accertare definitivamente se i macchinari al centro della contesa siano funzionanti o meno, in modo da sciogliere ogni dubbio sulle motivazioni dietro la scelta della società di tirarsi di fatto indietro, nonostante questo comporti una penale di 500mila euro.

L’unico elemento certo, adesso, è che il futuro dei 115 lavoratori dello stabilimento è appeso a un filo. Il 31 gennaio (cioè tra quattro giorni, dunque poco meno di una settimana) scadrà ufficialmente la cassa integrazione e dal primo febbraio potrebbero già partire i licenziamenti. Baritech ha già fatto sapere che non intende in alcun caso prorogare lo strumento di sostegno ai lavoratori, nonostante le richieste avanzate più volte dai sindacati e l’autorizzazione già arrivata dal Ministero che avrebbe potuto consentire una proroga di ulteriori tre mesi. Le perplessità del tavolo di confronto sull’atteggiamento di Arborio restano, soprattutto dopo tutto l’iter che è stato portato avanti negli ultimi tempi nel tentativo di concretizzare il salvataggio dell’azienda e dei suoi dipendenti. Come hanno ricordato dalla task force regionale, è stata presentata un’offerta vincolante, è stata costituita anche una new-co per avviare la reindustrializzazione dello stabilimento ed è stato annullato il contratto con l’azienda Conserva che aveva formulato una prima proposta. Tuttavia, entro la fine della prossima settimana, quando scadrà la cig che al momento protegge i dipendenti dal licenziamento, è previsto un ultimo incontro durante il quale si proverà a ottenere la nomina di un ulteriore perito per cercare di concludere la trattativa con Arborio e sciogliere il nodo dei macchinari.

I tempi sono però molto stretti e l’atteggiamento di Baritech non consente di cercare e concretizzare nel breve periodo nuove manifestazioni di interesse. Anche perché l’azienda ha detto di essere eventualmente disposta a prendere in considerazione nuove proposte di acquisto solo nel caso in cui il compratore metta sul piatto una somma pari a 150mila euro, necessari però per estendere al solo mese di febbraio la cassa integrazione e per coprire tutti i costi strutturali.

La preoccupazione che dietro tutta l’operazione possa esserci una volontà speculativa è molto forte, per questo dalla task force è stato lanciato un appello affinché, nel caso in cui dovesse essere presentata una nuova offerta, questa venga manifestata tenendo conto della sofferenza e delle preoccupazioni dei lavoratori che stanno aspettando da mesi risposte certe sul loro futuro.

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