Home Puglia Bari Bosch ferma gli esuberi. Rilanciato lo stabilimento di Bari

Bosch ferma gli esuberi. Rilanciato lo stabilimento di Bari

Due passi avanti nella vertenza Bosch, due successi insperati solo un mese fa. Ecco il risultato dell’incontro di ieri al Mise, nel quale la società ha mostrato il piano industriale che non prevede più esuberi, anche se andranno fatti ancora sacrifici e sarà frequente l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.

Tuttavia, dall’incontro sono emerse due novità su tutte. La prima è che lo stabilimento di Bari non si chiude ma anzi si rilancia. La seconda è che verrà implementata la collaborazione con il centro ricerche di Bari, il Cvit, e che ogni prodotto verrà sperimentato nello stabilimento locale. A detta della Bosch, il diesel resterà uno dei due pilastri del futuro, ma il processo di diversificazione deve proseguire. In particolare, nel programma esposto ieri il diesel nel 2027 dovrebbe passare dall’80 per cento del portafoglio dello stabilimento al 67 per cento, mentre le produzioni non legate a questo carburante dal venti al 33 per cento.
In una nota congiunta i sindacati chiedono alla Bosch una nuova missione produttiva e al governo di stanziare le risorse del Pnrr per favorire la riconversione industriale. Lo stabilimento di Bari, da 1.700 dipendenti e 248 milioni di euro di fatturato, proseguirà la sua attività ma la produzione, a oggi, è ancora in gran parte incentrata su due pompe per motori di automobili ad alimentazione diesel, anche se è iniziato un processo di diversificazione suggellato con l’accordo sindacale del 2017, grazie al quale sono arrivati ulteriori sette prodotti non legati al diesel.
Tuttavia, i componenti non diesel, fra i quali spicca la e-bike, producono una quota relativamente modesta di ore lavoro, occupando appena 350 persone, alle quali si aggiungeranno altri cento operai nel prossimo futuro. La perdita progressiva di quote di mercato del diesel, fino alla messa al bando del motore endotermico imposta dalla Ue entro il 2035, genera dunque esuberi crescenti non compensati dalle azioni di diversificazione realizzate fino a ora.
Donato Pascazio della Cisl, soddisfatto dall’incontro, invita a maggiore cautela: «La slide dei 700 esuberi è finalmente scomparsa e il limite temporale del 2035 non è perentorio, le cose possono cambiare. I mercati internazionali extra Ue non hanno messo al bando il diesel che, peraltro, potrà avere sviluppi orientati sempre più alla sostenibilità – dice – Ci portiamo a casa, quindi, questi due risultati che neanche immaginavamo un mese fa e lavoriamo per continuare a monitorare tutte le situazioni, da quella occupazionale interna alle evoluzioni del mercato all’esterno».

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