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sabato 19 Ottobre 2024
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Botti per annunciare la droga: così i clan baresi avvertono i pusher

Sicuri e a basso costo, i fuochi d’artificio consolidano il loro utilizzo da parte dei clan malavitosi baresi. E da celebrativi si fanno operativi. Succede a Bari, in diversi quartieri, si registra al rione Carrassi, nella zona vicina al parco 2 Giugno, dove i residenti lamentano l’insolita frequenza. Si verificano con cadenza settimanale, sostengono gli abitanti del posto, e sempre allo stesso orario.
Segnali, per gli investigatori, dell’arrivo di droga da distribuire fra i pusher. «Abbiamo scritto nero su bianco che molto spesso in serata nella fascia oraria che va dalle 20.45 alle 22, sentiamo fuochi pirotecnici non autorizzati – spiegano, annunciando un esposto – che recano danno alla quiete pubblica e non pochi disagi ai possessori di animali domestici».

Botti che, peraltro, fanno paura a chi non è abituato: «Si fa presente, inoltre, cosa di non poco conto – dicono – che oltre ad arrecare danni alla quiete di noi residenti, si arreca fastidio anche ad altri utenti che non conoscono la situazione e che – concludono – si trovano coinvolti in attimi di panico mentre sono in compagnia di amici, famiglie e bambini». Una questione che fa il paio con segnalazioni provenienti da altri quartieri: a luglio, in pieno giorno, in piazza Redentore, al Libertà, e ancora a giugno al San Paolo e San Pasquale, fino a San Girolamo, ma anche Japigia, a pochi metri dalle persone.

E mentre il comitato di residenti di Carrassi mette a punto l’esposto da presentare in Questura, l’abitudine di usare i fuochi per festeggiamenti vari è sempre più utilizzata dalle organizzazioni criminali baresi: dal compleanno celebrato alla mezzanotte precisa, alle comunicazioni da passarsi di quartiere in quartiere, come l’annuncio di scarcerazioni o di nuove affiliazioni.

Sapore ancora più amaro avevano quelli lanciati da un balcone del quartiere San Paolo il 19 marzo scorso, subito dopo la sparatoria nella quale è rimasto gravemente ferito Nicola Cassano, 23 anni, detto “lo sciacallo”, obiettivo dei sicari.

Il giovane, ritenuto affiliato alla frangia di Dino Telegrafo degli Strisciuglio, era stato raggiunto da una gragnuola di colpi mentre si trovava nella sua auto, in viale Europa, assieme alla fidanzata 15enne, che aveva riportato solo qualche lieve ferita al piede. Cassano, miracolosamente sopravvissuto, sembrava invece essere stato colpito a morte. Pochi minuti dopo, da un balcone vicino, mentre i carabinieri eseguivano i rilievi sul luogo dell’agguato, la notizia era stata celebrata proprio con i fuochi d’artificio.

Botti anche quando i rampolli delle famiglia criminali ricevono la prima comunione, presentandosi in chiesa con abiti griffati e auto di lusso, spesso limousine. O per il diciottesimo anno da ricordare, con servizi fotografici memorabili, feste e bottiglie stappate.

Fuochi d’artificio, infine, come iconografia della potenza di un clan, che usa ogni immagine per mostrare a tutto il mondo la lunghezza dei suoi tentacoli.

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