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sabato 27 Luglio 2024
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Caro energia, una bara in strada per celebrare il “funerale” del commercio

Una bara esposta nei giardini della chiesa Russa di Bari. Con tanto di manifesto mortuario per annunciare la prossima dipartita del commercio italiano. Così i negozianti del quartiere Carrassi hanno iniziato, ieri mattina, la loro giornata di protesta contro il caro-energia che li sta opprimendo. Guidati da Mimmo Tarantini, presidente dell’associazione “La Formica”, che riunisce la maggior parte degli esercenti del quartiere, hanno poi proseguito l’iniziativa con un corteo alle 19, per le vie più frequentate e sede di molti negozi.

Il messaggio è chiaro: senza aiuti da parte dello Stato in tempi brevi si rischia di soccombere. Un terzo lockdown ma senza la pandemia a determinarlo, come denunciano ormai da settimane tutte le associazioni di categoria. I commercianti di Carrassi hanno iniziato ad organizzarsi autonomamente come meglio hanno potuto per fare fronte alle bollette di luce e gas esorbitanti. C’è chi si è ritrovato a pagare un conto di 6mila euro per la fornitura della luce a fronte dei 1400 del mese precedente, come i proprietari del bar Oliver in corso Benedetto Croce.

«Per noi la beffa è doppia: oltre a sostenere maggiori spese abbiamo visto diminuire anche le entrate. Le famiglie non hanno potere d’acquisto in questo momento in cui il costo della vita sta salendo per tutti -racconta Rossella Lamuraglia, proprietaria dell’omonimo negozio di calzature, sempre in corso Benedetto Croce – Si fanno delle scelte, soprattutto adesso che è ricominciata la scuola e c’è da acquistare il materiale scolastico. I nostri settori sono quelli più penalizzati». Una via d’uscita per il momento non si intravede, e i negozianti stanno stringendo la cinghia e cercando di risparmiare come possono sui consumi. «Noi qui abbiamo già sostituito tutte le lampade con quelle a risparmio energetico – prosegue Rossella Lamuraglia – e stiamo cercando di accendere le vetrine il più tardi possibile, sfruttando al massimo la luce del sole. L’idea di affrontare l’autunno e l’inverno, se la situazione rimarrà questa, in queste condizioni ci suscita grande preoccupazione».

Non solo l’abbigliamento, anche i bar stanno scontando il loro essere considerati delle attività “superflue”. In periodo di ristrettezze i clienti stanno tagliando sulle spese non necessarie. «Siamo stati costretti ad aumentare leggermente i prezzi per fare fronte agli aumenti, un po’ di clientela in meno sicuramente sta venendo. Siamo un bene “di lusso” e non primario, tra le prime spese ad essere tagliate dai bilanci familiari – aggiunge Annarita dell’Happy Cafè – Iniziamo in ogni caso ad avere il sospetto che questi aumenti spropositati a un certo punto siano solo il frutto della speculazione».

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