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Chiedono ai familiari di una paziente di entrare uno per volta in reparto: infermiere aggredite a Putignano

Due infermiere sono state insultate e aggredite con calci, pugni e schiaffi dai parenti di una donna ricoverata nell’ospedale di Putignano, nel Barese.

Lo comunica la Asl Bari esprimendo «massima solidarietà e vicinanza, umana e professionale» alle due dipendenti.

Le due infermiere sarebbero state aggredite per aver chiesto ai familiari della paziente di non accedere più di una persona alla volta in reparto.

Le due operatrici sanitarie presenteranno una denuncia. L’episodio risale ai giorni scorsi ma la notizia è stata diffusa oggi.

La direzione strategica della Asl di Bari, dicono dall’azienda sanitaria, «è al fianco delle dipendenti aggredite fisicamente e verbalmente sul posto di lavoro nei giorni scorsi, semplicemente per aver compiuto il proprio dovere richiedendo a parenti di una degente il rispetto di alcune basilari regole di accesso nella struttura ospedaliera, peraltro poste a tutela dei degenti stessi e dell’ordinato e sicuro svolgimento delle attività di assistenza. Un grave episodio – prosegue la Asl – per il quale le dirette interessate sporgeranno denuncia all’autorità di competenza e su cui la direzione della Asl Bari, oltre a ribadire la ferma condanna e la volontà di supporto legale, esprime vicinanza a tutti i dipendenti ed è determinata a percorrere ogni possibile opzione e tutela legale».

«Basta con le violenze contro medici e operatori sanitari!», scrive in una nota l’assessore regionale alla sanità Rocco Palese: «L’ennesimo episodio avvenuto nell’ospedale di Putignano ai danni di due infermiere in servizio nel reparto di Geriatria, è da condannare e punire severamente. Alle due operatrici sanitarie, aggredite con calci e pugni dai parenti di un degente solo per aver ricordato le regole di accesso al reparto, va la nostra più totale solidarietà, ai dirigenti sanitari rivolgiamo un appello a denunciare gli autori del vile gesto alla Forze dell’ordine non solo per l’aggressione, ma anche per interruzione di pubblico servizio», conclude.

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