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martedì 17 Settembre 2024
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Il ministro Cingolani a Bari: «Miope non puntare sulle nuove tecnologie» – VIDEO

Non sa ancora se sarà ministro della Transizione ecologica tra qualche giorno ma domani partirà per l’Algeria per siglare altri accordi miliardari per aumentare l’importazione di gas. È la strana condizione di Roberto Cingolani, intervistato ieri a Bari da Augusto Minzolini, giornalista ed ex senatore, nel corso della due giorni organizzata da Nicola Porro dal titolo “La Ripartenza”. Il ministro, già in premessa, ha precisato di non voler parlare di politica ma la cosa non si è rivelata semplice, non fosse altro che per il fatto che il governo si è dimesso proprio per via della questione del termovalorizzatore di Roma.

«Sono un soldato della scienza e, come tale, servo il Paese nel periodo necessario, ma al termine di questa esperienza di governo voglio tornare alla mia vita». Il titolare del dicastero per la transizione ecologica ha un rapporto speciale con Bari, dove ha mosso i suoi primi passi nel mondo accademico, e uno dei temi affrontati ha portato proprio il pensiero alla vertenza per eccellenza nel capoluogo pugliese cioè quella di Bosch.

«A proposito del limite del 2035 per la produzione di motori endotermici non sono d’accordo sul fatto che l’Europa, oltre a darci un
ultimatum, ci abbia anche imposto il metodo». Il tema è che non si possa attuare una politica ambientale europea come se non esistesse il resto del mondo. «Nel nostro continente ci sono 400 milioni di veicoli con motore endotermico ma nel resto del globo c’è un altro miliardo. Capisco l’obiettivo da raggiungere ma la transizione ecologica va fatta coi tempi giusti perché se troppo veloce uccide la società, se troppo lenta uccide il pianeta». La proposta di Cingolani: «Ci sono carburanti sintetici che costano cinque volte tanto ma che potrebbero essere incentivati per consentire una transizione più dolce».

Quanto al grande tema del gas, poi, il ministro ha tenuto a rassicurare sul fatto che l’Italia saprà reggere l’emergenza, anche grazie agli accordi con i paesi africani: «La Russia ha già diminuito la sua fornitura e qualora dovesse azzerarla, cosa che non accadrebbe
certamente in pochi giorni, avremmo la capacità di resistere». L’attenzione va posta negli stoccaggi di gas.

«Le nostre riserve sono in fase di approvvigionamento ma saranno al 90% già ad ottobre. Ora serve strategia su energia – ha concluso Cingolani – perché un grande Paese non può avere una sola soluzione o rischia la dipendenza».

Fotoservizio di Luca Turi.

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