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Codice interno, anche la cognata del boss Parisi candidata a Bari nel 2019

«Cazz si permette lei di dire ste cazzate. Vedi, fammi sapere veloce, che nervoso mi hai fatto mettere addosso. Sta stronza scies a lavare i piatti». È la notte fra il 26 e 27 novembre 2020 e Gianni Palermiti (figlio del capoclan Eugenio) e Michele Parisi (fratello del boss Savinuccio) sono fuori casa perché gira voce di un imminente blitz. E si confrontano su chi stia “parlando”. È solo una delle conversazioni criptate, avvenute negli anni 2020-2021, utilizzando la piattaforma ‘SKY ECC’ tra i componenti dei due gruppi criminali mafiosi egemoni al quartiere Japigia, Parisi-Palermiti.

La chat sicura

Secondo quanto ricostruito dagli agenti della sezione di polizia giudiziaria del tribunale di Bari, su delega dei pm antimafia Fabio Buquicchio, Federico Perrone Capano e Marco d’Agostino, le conversazioni decriptate sono “fonti di prova di straordinaria importanza a sostegno dell’inequivocabile esistenza e contestuale evoluzione dell’associazione criminale di stampo mafioso”, come sostengono gli inquirenti. Acquisite nell’ambito del processo “Codice Interno”, iniziato mercoledì in abbreviato dinanzi al gup Giuseppe De Salvatore e oggetto di un altro fascicolo, aprono uno spaccato sull’evoluzione tecnologica dei clan baresi.

La telefonata e la candidata

In quella notte, allora, Gianni chiede spiegazioni a Michele su una voce che gira nel quartiere, riferitagli dal cugino Antonino Palermiti, sul fatto che la moglie del fratello Nicola Parisi avrebbe commentato alcuni fatti di sangue: «È capace di sì, secondo me». Gianni insiste, vuole vederci chiaro, perché, se fosse infondata, Antonino dovrà pagarne le conseguenze: «Voglio appurare prima, ha detto “Li mando in galera, dico tutto”. Ora fammi vedere, se e così è grave. Se non è così, Tonio prenderà mazzate stavolta, te lo giuro». Ancor più perché la donna si era candidata alle elezioni comunali del 2019, al 1° municipio nella lista “Lista Sport Bari con Di Rella sindaco”: «Oggi l’ho saputa sta cosa, quella già in politica ha portato le critiche a tuo fratello, che lei non si doveva candidare».

“Le femmine sono così”

Nonostante un tentativo di Michele Parisi di mettere pace, dicendo che ne aveva parlato con sua cognata che aveva smentito, Giovanni gli ribadisce che non avrebbe soprasseduto senza aver prima approfondito: «La moglie di tuo fratello ha detto quelle cose, l’ha detto Gianni il figlio di Carlino. Come lo trovo io, me lo faccio dire a 4 occhi, fammi indagare a me. Chiacchiere hanno detto, chiacchiere ti dico. Gianni mi deve dire tua cognata a chi ha detto ste cose e ti aggiorno, ma le femmine sono così, lo sappiamo, parlano senza sapere cosa dicono».

La cognata del boss candidata

Alle elezioni comunali di Bari, nel 2019, nella lista civica Sport Bari a sostegno del candidato sindaco del centrodestra Pasquale Di Rella, era candidata anche la cognata – incensurata – del boss Savino Parisi.

La cognata di Parisi era in corsa nel primo municipio, ovvero il quartiere Japigia in cui è egemone il clan di “Savinuccio”, e ottenne 21 preferenze. Ma nella lista Sport Bari fu poi eletta consigliera comunale Francesca Ferri, arrestata nel 2022 per voto di scambio. Ferri, eletta con il centrodestra, era passata da pochi mesi con il centrosinistra.

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