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lunedì 14 Ottobre 2024
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Conti correnti spiati da Coviello, c’è anche quello di Sgarbi: «Curiosità infantile» – L’INTERVISTA

Chi da lui si aspettava una reazione rabbiosa, come quelle alle quali ha abituato telespettatori e giornalisti nel corso degli anni, è rimasto deluso. Perché Vittorio Sgarbi, tra gli esponenti istituzionali spiati da Vincenzo Coviello, non fa mistero di aver preso bene la vicenda che invece ha indignato buona parte del mondo politico. «Quella del funzionario di Bisceglie è curiosità infantile», dice l’ex sottosegretario alla Cultura che poi, sul tema del dossieraggio, fa sapere di pensarla «come Boccia e Vendola».

Onorevole, le ha dato fastidio sapere di essere stato spiato?

«In realtà l’ho presa bene. Anche perché il funzionario non si sarà divertito molto nel vedere il mio conto in banca».

Ma che idea si è fatto?

«Quel bancario è semplicemente un uomo che ha il culto delle persone famose. La sua è una curiosità infantile, nella quale ho difficoltà a ravvisare un qualsiasi intento ricattatorio».

Che cosa intende per culto delle persone famose?

«Niente di più rispetto all’atteggiamento di chi prova eccitazione anche nel chiedere un selfie o un autografo a un personaggio dello spettacolo o a un rappresentante delle istituzioni».

Secondo lei c’è un rapporto tra il caso pugliese e il dossieraggio sul quale sta indagando la Procura di Perugia e nel quale sarebbero coinvolti militari e magistrati?

«Francamente no. Secondo me non c’è alcun rapporto tra le due vicende. Ripeto, quello pugliese è un caso di tifo o, se si vuole, di fanatismo: un fanatico delle persone famose le insegue con tutti gli strumenti a sua disposizione».

Ammesso che non ci sia un legame tra le due vicende, si può sostenere che in Italia si sia ormai diffusa l’abitudine di spiare i rappresentanti delle istituzioni, magari anche allo scopo di ricattarli?

«Il mondo è pieno di persone curiose. E queste stesse persone, in alcuni casi, fanno parte di sistemi che agiscono secondo strategie e per finalità non positive».

Il caso del bancario pugliese divide la politica: da una parte, Gasparri sostiene che nel mirino ci sia soprattutto il centrodestra; dall’altra, Boccia e Vendola replicano evidenziando come il dossieraggio colpisca indistintamente l’uno e l’altro schieramento. Chi ha ragione, secondo il suo modo di vedere?

«Stavolta la penso come Boccia e Vendola. Gli autori di queste attività di dossieraggio non fanno distinzioni tra centrodestra e centrosinistra. E, a giudicare dai nomi che circolano, la vicenda del bancario pugliese sembra confermare questa tesi».

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