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martedì 8 Ottobre 2024
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Cybersecurity: boom di attacchi nel primo semestre 2022. Il report di Exprivia – VIDEO

Boom di attacchi informatici in Italia nel primo semestre 2022, in numero superiore all’intero 2021.

Lo rileva il nuovo report dell’Osservatorio Cybersecurity di Exprivia sulle minacce informatiche che, da gennaio a giugno 2022, registra in Italia 1.572 tra attacchi, incidenti e violazioni della privacy, a fronte dei 1.356 casi complessivi dello scorso anno.

Nonostante la curva di crescita dell’intero semestre, il rapporto stilato dal gruppo ICT pugliese segna comunque tra aprile e giugno un lieve calo del 5% circa dei casi (766) rispetto al primo trimestre dell’anno (quando erano stati 806).

Nel dettaglio sono stati riscontrati nel secondo trimestre 381 attacchi, 359 incidenti di sicurezza e 26 violazioni della privacy con pubblica amministrazione, banche e finanza ed healthcare tra i settori più colpiti dalle sanzioni emesse dal Garante per la protezione dei dati personali.

Il monitoraggio evidenzia inoltre che continua la corsa ai cyber-armamenti, alla luce dei 118 fenomeni di cyber warfare (guerra cibernetica), quintuplicati rispetto allo scorso trimestre (22) a causa del protrarsi del conflitto Russia-Ucraina, con conseguente incremento di attacchi a infrastrutture critiche.

Nella classifica dei settori più colpiti, il finance si conferma quello privilegiato dai cyber-attaccanti, con un aumento del 14% (326 casi), rappresentando il 43% del totale degli attacchi. Segue il settore software/hardware, in particolare società ICT, di servizi digitali, piattaforme di e-commerce, dispositivi e sistemi operativi, che principalmente subiscono il furto di dati, come credenziali di accesso o informazioni sensibili, con un +40% dei casi (130) rispetto al trimestre precedente, e il 17% degli attacchi totali. Sale al terzo posto il settore industria, con 68 casi, mentre la pubblica amministrazione con 47 fenomeni segna un decremento del 57%, «presumibilmente – rileva il report – anche grazie a campagne di informazione in ambito cybersecurity da parte degli enti governativi».

Al Sud, in particolare, i dispositivi connessi alla rete sono meno sicuri.

«Per la prima volta – spiega Domenico Raguseo, direttore Cybersecurity di Exprivia – l’Osservatorio ha elaborato degli indici di calcolo che misurano l’impatto dei dispositivi IoT sulla sicurezza dell’intero ecosistema digitale, verificando se i risultati degli investimenti in cybersecurity bilanciano quelli per lo sviluppo del digitale stesso. Al momento l’analisi da cui partiamo fotografa un’Italia a due velocità, con dispositivi connessi molto più a rischio al Sud rispetto al Nord».

Nel dettaglio, i nuovi indici di calcolo elaborati da Exprivia evidenziano nel Mezzogiorno una carenza di consapevolezza sui danni che può provocare una inefficace gestione della cybersecurity anche negli ecosistemi individuali, che risultano quelli più a rischio (come telecamere di video sorveglianza, stampanti, fino agli stessi programmi antivirus). Al Nord, invece, dove si registra la maggiore diffusione dei dispositivi IoT, dovuta anche alla concentrazione delle industrie, i dispositivi sono più protetti ma i servizi digitali a disposizione dei cittadini sono più esposti a vulnerabilità e presi maggiormente d’assalto dagli hacker.

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