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Decaro accompagna in tribunale imprenditori vittime di racket: «Una storia di coraggio e libertà»

È «la storia di una Bari orgogliosa, che si rialza» quella che il sindaco, Antonio Decaro, racconta sui suoi canali social dopo aver accompagnato in tribunale, mercoledì scorso, un imprenditore vittima di racket per la prima udienza seguita alla denuncia.

Nel post, in cui pubblica la foto dell’abbraccio con una dei protagonisti, Decaro ripercorre la storia di Mario e Laura (usando nomi di fantasia), fratello e sorella, «che decidono di portare avanti la piccola impresa di famiglia ereditata dal padre. Due persone perbene che a un certo punto, a causa di una serie di rapine e di furti subiti nella loro azienda, si trovano in difficoltà».

Decaro spiega che i due fratelli «hanno paura di non reggere. Qualcuno gli consiglia di rivolgersi alle persone sbagliate, “la famiglia Parisi“, gente senza scrupoli, che li mette sotto estorsione infiltrandosi nell’azienda promettendo una falsa protezione. I furti e le rapine, come d’incanto, da un giorno all’altro terminano. Ma un giorno sequestrarono un loro parente, alla ricerca di danaro».

Cinque anni fa, ricorda il sindaco, «ignaro di tutto, ho incontrato Mario e Laura. Avevano gli occhi sbarrati e la voce tremante. E usavano frasi allusive, strani giri di parole. Era chiaro che qualcosa non andasse. Era chiaro che si vergognavano, loro, le vittime (!) di raccontare quello che stava accadendo. Li ho convinti a farsi accompagnare dai Carabinieri. Insieme abbiamo trovato il coraggio di denunciare e da quel momento sono partite le indagini sugli estorsori».

Due giorni fa è cominciato il processo con la prima udienza a cui ha partecipato anche Decaro, insieme al presidente dell’associazione antiracket. «Avevo promesso loro che la città non li avrebbe abbandonati e ho voluto mantenere la promessa indossando la fascia tricolore: per rappresentare la città migliore, per dimostrare, lì, in quell’aula, che c’è una Bari che, come loro, non si arrende. Mentre Mario testimoniava – racconta – aveva gli stessi occhi sbarrati e la stessa voce tremante della nostra prima conversazione. Allora ho cercato di incrociare il suo sguardo. Per farci forza, l’uno con l’altro. A questa udienza – prosegue il sindaco – ne seguiranno altre e altre ancora, e anche quando non sarò più il sindaco, spero di essere di nuovo al loro fianco. Così come spero che la storia di Mario e Laura voi tutti possiate raccontarla, nel vostro ufficio, a casa, nelle scuole, ai vostri amici e ai vostri famigliari. Possiate raccontarla a tutti quelli che dicono che Bari è una città mafiosa. Perché questa è la storia di una Bari orgogliosa, che si rialza. La storia di una Bari che ha vinto la paura col coraggio».

Nella foto che accompagna il post, dice Decaro, c’è «la prova che dal giogo della criminalità si può uscire. È l’abbraccio di cittadini finalmente liberi. Liberi perché hanno scelto di sfidare la mafia. Liberi, perché hanno vinto».

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