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venerdì 11 Ottobre 2024
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Femminicidio a Gravina, la figlia: «Papà aveva smesso di prendere le pillole»

«Ultimamente lui smise di prendere i farmaci; è successo negli ultimi 15 giorni e mia madre se ne accorse perché trovava le pillole nella tazza del bagno». Potrebbe essere stato questo, nel caso se ne accertasse la responsabilità, l’innesco dell’agire di Giuseppe Lacarpia, il 65enne di Gravina in carcere con l’accusa di aver ucciso sua moglie, Maria Arcangela Turturo, nella notte fra sabato e domenica scorsi.

La testimonianza

È Antonella, una dei figli della coppia a raccontare il vissuto della famiglia, i ricoveri del padre e a ricostruire gli ultimi giorni in casa Lacarpia-Turturo. Una testimonianza che ha rappresentato uno dei due perni a sostegno del fermo di polizia giudiziaria e che, assieme ad altri elementi (ad esempio il video che immortala l’uomo a cavalcioni sulla moglie, dopo l’incidente) è l’ossatura dell’ordinanza di custodia cautelare emessa ieri mattina dalla gip Isabella Valenzi, 24 ore dopo l’udienza di convalida del fermo. La gip non ha ritenuto di convalidarlo, perché non ci sarebbe alcun pericolo di fuga, ma ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 65enne, per il pericolo di reiterazione del reato.

La motivazione

Per la gip, si deve “ritenere, in base alle circostanze del fatto, che l’indagato sia soggetto estremamente pericoloso, poiché violento, calcolatore e privo di ogni inibizione”. Per Lacarpia è stata disposta la carcerazione per contenere “la libertà di movimento dell’indagato, al fine di allontanarlo dai familiari e prevenire ulteriori manifestazioni delittuose” e perché non si può “riporre alcun affidamento sulla capacità di autodisciplina del soggetto, di cui difettano in benché minimi indicatori”. Lacarpia, scrive ancora la gip, “ha infierito sulla moglie, riprendendo la condotta pochi secondi dopo essersi fermato, a dimostrazione dell’intenzione di eliminarla, verosimilmente per impedirle di denunciarlo”. E, conclude, “non vi sono seri dubbi, in questa fase, in merito all’imputabilità dello stesso”.

I punti oscuri

In una prima fase il 65enne avrebbe detto di aver cercato di assistere la moglie dopo che, a causa di un incidente, la macchina aveva preso fuoco. Ma per la gip si tratta “di una versione di comodo, emerge benissimo dal video (ndr, girato da una ragazza che passava in quel momento insieme ad alcuni amici) che l’uomo non ha minimamente messo in sicurezza la moglie, ma che l’ha, al contrario, aggredita. Inoltre, i primi rilievi sull’origine dell’incendio, suggeriscono che questo abbia avuto matrice dolosa”. Per questo la Procura è a caccia del liquido infiammabile che, secondo suo genero, Lacarpia avrebbe comprato qualche giorno prima quando aveva detto a sua moglie che stava uscendo per togliere dalla strada una valigia rosa, invece mai rimossa.

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