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Fiera del Levante, l’intervento del sindaco Decaro alla cerimonia inaugurale

«Ottantacinque edizioni sono tante, ma essere ancora qui dopo tanto tempo, dopo la sospensione dello scorso anno, dopo una pandemia mondiale, ha sempre il suo fascino». Lo ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, in occasione della cerimonia inaugurale dell’85esima Fiera del Levante.

«Essere qui significa sempre tracciare un bilancio dei mesi passati, delle cose fatte e di quelle da fare. Essere qui significa ritrovare un pezzo di storia e di identità comune. Tanti ricordi ma anche germogli che inaspettatamente fioriscono», ha proseguito il primo cittadino: «Solo qualche giorno fa ero tra questi viali a bordo di un minibus elettrico che procedeva senza conducente. Qui, tra i viali della nostra Fiera, dove tutto sembra fermo nel tempo, il Comune di Bari ha insediato il primo living lab, finanziato per dieci milioni di euro dal ministero dello Sviluppo economico, nell’ambito del progetto della Casa delle tecnologie. Qui, tra i padiglioni della Fiera, con i ricercatori e i manager di alcune delle multinazionali più importanti d’Italia e d’Europa, stiamo cercando di mettere un piede nel futuro, sperimentando quelle che oggi ci sembrano tecnologie avveniristiche e che domani saranno la normalità per i nostri nipoti».

«Coltivare sempre uno spazio di intraprendenza, di imprevedibilità, di curiosità e di apertura alle novità, come ci insegna quello spirito levantino che a questi viali ha dato il nome», ha aggiunto Decaro.

Bari si appresta a vivere una settimana di esposizioni, eventi, incontri istituzionali in uno spazio che da sempre rappresenta una vetrina affacciata sul mondo e che anche quest’anno non mancherà di riflettere su quanto sta accadendo intorno a noi. «Oggi non esiste luogo al mondo, impresa o governo che non stia facendo i conti con una guerra che sta determinando scenari che certamente nessuno si aspettava di rivedere dopo più di settant’anni dall’ultimo conflitto mondiale», ha detto ancora Decaro.

Il sindaco ha poi parlato della guerra in Ucraina, giunta al duecentotrentatresimo, della crisi energetica e di materie prime: «Per la prima volta dal secondo dopoguerra si parla di scarsità di materie prime, si parla di razionare il riscaldamento nelle scuole e di ridurre l’illuminazione per le strade. In queste condizioni le imprese rischiano di non sostenere i costi esorbitanti dell’energia e ogni giorno ascoltiamo grida di allarme che raccontano di anni di sacrificio che rischiano di scomparire di fronte a una bolletta che non dà via di scampo. In questa situazione purtroppo i Comuni non se la passano meglio e, come stiamo denunciando ormai da mesi, il rischio default è dietro l’angolo. Da una rapida analisi condotta con l’aiuto della struttura tecnica di Anci, i Comuni allo stato attuale hanno bisogno, complessivamente, di circa 1 miliardo di euro aggiuntivi rispetto a quelli già stanziati, per far fronte ai costi dell’anno in corso e per i primi mesi del prossimo. Per restare ai numeri, il Comune di Bari spendeva lo scorso anno 7,3 milioni di euro per l’energia. Quest’anno la stima è di 16,3 milioni. Sono 9 milioni di euro in più, con un rincaro del 127% a fronte di un ristoro da parte del Governo di poco più di 3 milioni di euro. Capite bene che il rischio di dover tagliare i servizi sociali, i contributi per lo sport e per la cultura è più che reale».

Decaro ha ribadito che i sindaci sono sempre stati «in prima linea in caso di emergenze, ma non è possibile far fronte a una situazione di tale portata e con tali incertezze affidandoci ancora una volta all’iniziativa, a volte disperata, degli amministratori locali che, in queste settimane, devono scegliere se spegnere le luci per strada o rinunciare alle luminarie di Natale».

Il sindaco di Bari ha espresso la speranza che il nuovo governo, dopo l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, venga formato «nel minor tempo possibile. Servono risposte certe e in tempi brevi. Nessuno pretenderà né chiederà miracoli al nuovo Governo, ma scelte chiare sì. Oggi, a nome di tutti i sindaci italiani, chiedo a chi ha legittimamente vinto le elezioni e governerà questo Paese di indicarci la strada per superare questi mesi di difficoltà. Perché rischiamo un autunno caldo nelle piazze delle nostre città e un inverno gelido nelle aule delle nostre scuole. E noi non possiamo permettere che ciò accada. Per questo, nel mio ruolo di sindaco di Bari e, soprattutto, di presidente nazionale dell’associazione dei Comuni, sono pronto a sedermi con il futuro governo per individuare soluzioni che possano aiutare famiglie, imprese e Comuni».

Poi il Pnrr: «Abbiamo una straordinaria occasione davanti a noi per far sì che l’Italia del 2026 sia un Paese più giusto, più moderno, più efficiente: si chiama Pnrr o, meglio, Next generation Eu – ha detto -. Un’occasione che non dobbiamo sprecare. Gran parte delle risorse destinate ai Comuni, 37 su 40 miliardi di euro, sono già nelle nostre disponibilità. Ora sta a noi impiegarle nella maniera più corretta e trasformarle in interventi per migliorare le condizioni di vita dei nostri concittadini. Oltre 3 miliardi di euro sono destinati, da più fonti di finanziamento, a interventi con un impatto sulla città di Bari di cui ben 599 milioni e 150mila euro gestiti direttamente dal Comune. Ho voluto ripetere qui davanti a voi la cifra esatta perché tutti siamo consapevoli della portata di questi finanziamenti e di quanto sarà complicato spenderli in modo corretto per realizzare le opere previste. Non stiamo parlando di previsioni di programmi dell’amministrazione, stiamo parlando di fondi assegnati, di progetti già redatti e per la maggior parte al vaglio delle ultime autorizzazioni. Autobus elettrici, quattro linee su cui far correre il trasporto rapido di massa, asili nido, spiagge pubbliche, aree per lo sport e per il tempo libero, efficientamento energetico per scuole ed edilizia residenziale pubblica, migliaia di nuovi alberi piantati in aree incolte a ridosso delle zone a rischio di maggior inquinamento. Insomma, stiamo parlando della vita dei nostri figli e delle future generazioni di baresi. Abbiamo davvero in mano il futuro di questa città ed è su questo che vorrei che tutti ci concentrassimo. Per questo, personalmente, non retrocederò neanche di un centimetro se qualcuno mi inviterà a sedere ad un tavolo dove, anche solo per sbaglio, sentirò parlare di rimodulare i fondi del Pnrr. Noi ci siamo conquistati ogni euro che abbiamo ottenuto. Non vogliamo una medaglietta sul petto, ma difenderemo i nostri diritti e le nostre capacità. Le stesse che oggi ci vedono ai primi posti delle classifiche nazionali per qualità delle progettazioni, proposte innovative e capacità di spesa. Non vogliamo sconti ma neanche che ci venga sottratto ciò che è nostro. Su questo siamo e saremo irremovibili».

Tornando, poi, alla Fiera, Decaro ha concluso: «Se nel 2017 ci fossimo arresi, forse quelle vele disegnate sull’immagine che rappresenta la nostra Fiera del Levante si sarebbero ammainate e noi oggi non saremmo qui a raccontare questa storia. Perché, se è vero che le storie belle non finiscono mai, servono donne e uomini determinati e capaci per scrivere nuovi capitoli di questa storia. E so che questa terra è ricca di donne e uomini capaci di cambiare il proprio il destino e quello delle nostre comunità. Noi di storie ne abbiamo tante da raccontare. Ma la storia più importante è quella che dobbiamo ancora scrivere. È la storia del nostro Paese e della nostra amata città. Siamo chiamati a scriverla, mettendoci tutto l’orgoglio e tutta la passione di cui siamo capaci. E se la scriveremo tutti insieme, comunque vada, sarà una storia a lieto fine».

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