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domenica 29 Settembre 2024
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I 90 anni di Monsignor De Candia, una vita per il prossimo e la sua amicizia fraterna con don Tonino Bello

Un cammino a fianco di don Tonino, una vita spesa per il prossimo attraverso il potere della musica e la ricchezza dell’emigrazione. Si può riassumere così l’operato di mons. Giuseppe de Candia, che ha da poco compiuto 90 anni, attraversando un secolo di storia in cui ha lasciato il segno. Monsignor De Candia, infatti, è stato per poco più di otto anni segretario di don Tonino Bello, l’indimenticabile vescovo e servo di Dio che lo aveva soprannominato Pippi. Un’esperienza che porta nel cuore come un periodo di tanto silenzio all’esterno, ma di tanto impegno all’interno.

«Il ricordo più bello è sicuramente il rapporto che avevo con don Tonino, eravamo come fratelli e io lo ammiravo per la sua semplicità – racconta il monsignore – e in seminario non abbiamo mai acceso il riscaldamento. Quando faceva freddo don Tonino metteva le mani sulla lampada da tavola».
Ma la vita di monsignor De Candia è stata segnata anche dalla musica, quell’elemento che dona vitalità e permette di raggiungere l’armonia mundi.
«Negli anni Sessanta ero educatore, nel tempo libero mi piaceva dedicarmi alla musica, poi alla morte di un maestro sono diventato organista della Cattedrale di Molfetta– spiega – suonavo già il pianoforte, ma nutrivo il desiderio di iscrivermi al Conservatorio».
Conseguito il diploma in organo e composizione organistica, per monsignor De Candia sono iniziati gli anni di insegnamento a seguito dei concorsi vinti, che lo hanno portato prima tra i banchi dell’ex istituto magistrale e poi tra quelli delle medie.
«Tanti alunni mi ricordano perché dicevo sempre che la mia materia era un collegamento con tutte le altre – racconta monsignor De Candia – la musica è dizione, quindi italiano, la musica è movimento, come per l’educazione fisica, la musica è colore, dunque arte».
Proprio perché monsignor De Candia ha sempre voluto sposare il lato artistico-educativo della musica, contestualmente, ha scelto di dedicarsi alla musicoterapia per i sordomuti. A loro, per dieci anni, tramite l’utilizzo di una pedana, ha insegnato a recitare filastrocche e a pronunciare le parole con l’accento corretto. “Cìnema” anziché “cinèma”, per intenderci.
«Questo metodo, che ho divulgato anche tra le maestre che seguono quotidianamente i sordomuti, è stato preso in considerazione da diversi docenti del settore – prosegue – anche l’ex direttore del Conservatorio di Bari, il maestro Nino Rota, mi ha invitato da loro a parlare del tema».
L’educazione musicale di Mons. De Candia lo ha portato ad avviare progetti di costruzione di organi da donare alle parrocchie (il primo è stato per la parrocchia dei Santi Medici a Bitonto) e a stare a contatto con i bambini, che gli hanno regalato delle belle soddisfazioni almeno quanto i suoi viaggi.
«L’emigrazione ha avuto un risvolto incredibile nella mia vita pastorale – ammette il monsignore – ho visitato tutte le comunità di italiani all’estero, in particolar modo i pezzi di cuore della mia città di origine, Molfetta».
Una terra con cui il legame è sancito anche dal fatto che Mons. De Candia è presidente onorario della Società “Madonna dei Martiri” di Hoboken, in New Jersey, dove i molfettesi lo aspettano a braccia aperte.

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