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I corsi agli extracomunitari e i progetti sugli altri Comuni: le chat tra Defrancesco e Lella

Il comune di Grumo Appula

Erano pronti persino a utilizzare gli extracomunitari accolti negli Sprar di Grumo (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, servizio del Ministero dell’interno che in Italia gestisce i progetti di accoglienza, assistenza e integrazione dei richiedenti asilo a livello locale) per poter accedere ai fondi di “Garanzia Giovani”, un insieme di provvedimenti legislativi per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Anche gli extracomunitari allora potevano essere, per l’accoppiata Defrancesco – Lella (ai domiciliari il primo, in carcere il secondo nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto – ai domiciliari – di Sandro Cataldo, marito dell’ex assessora regionale Anita Maurodinoia) una fonte per l’accumulo di risorse attraverso i corsi di formazione. Emerge dalle intercettazioni tra i due indagati per corruzione elettorale, arrestati giovedì scorso.

Armando: «Ti dissi che il tuo amico c’ha gli extracomunitari nelle Sprar. Se ti fai avere gli elenchi d quei ragazzi che lui c’ha, tutti, dell’età dai 15 ai 29 anni, tu me li puoi girare per fare quel progetto di “Garanzia Giovani”, ok? Solo dai 15 ai 29 anni, lui ce li ha, ce ne ha parecchi pure».

Ma per i carabinieri del Nucleo investigativo di Bari, che hanno condotto le indagini con i colleghi della sezione di polizia giudiziaria, di interesse è anche un’altra chat tra Armando Defrancesco e l’imprenditore Giulio Di Giacomo (della Samo srls), al quale l’assessore Nicola Lella avrebbe fatto avere l’incarico responsabile della protezione dei dati personali presso il Comune di Grumo, con l’intermediazione di Defrancesco e dietro pagamento di una tangente corrispondente al 10 per cento della retribuzione totale.

L’8 marzo 2021, mentre si preparano al “colpaccio” al Comune di Grumo, Defrancesco auspica già nuove proficue collaborazioni: «In tutto questo ci aspettano il sindaco di Casamassima, di Alberobello, di Triggiano, di Capurso … di … e io prima che vanno gli altri, capito? – si legge nella trascrizione dei carabinieri – Eh! Io volevo, prima che … e io gli ho detto che comunque loro devono comunque dare … fare il pagamento. Poi ho detto … almeno un anticipo lo devono dare veloce, perché io sto trovando la scusa che non stiamo andando ancora perché “i Comuni non ci conviene tanto, perché i pagamenti li fanno a sei mesi, a un anno. Giustamente siccome ne abbiamo già tanti, e non possiamo metterci altri copponi …”, io subito li ho filati, mi sono buttato già avanti. E loro: “no, no, ma noi se lo facciamo ti facciamo subito un impegno di spesa, un anticipo, ma pure che ti diamo una metà, poi te la diamo l’altra metà a fine anno”, in modo tale che sai dove prendere i soldi per pagare me a fine mese».

Una prospettiva che a Defrancesco piace particolarmente: «Con te voglio lavorare perché mi piace assai lavorare con te – scrive ancora a Di Giacomo – sei proprio un bravo cristiano, proprio ti adoro, la mia conoscenza con te è stata veramente splendida e noi insieme faremo tante cose perché siamo due persone oneste e sincere».

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