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I due volti del Bari: Eddie Salcedo fa il bello e il cattivo tempo

Bari in doppia ‘veste’, griffata Eddie Salcedo. La prova ‘schizofrenica’ dell’italo colombiano dà la misura dei limiti e delle eccezionali virtù della squadra biancorossa.

Pasticcione e confuso nel primo tempo, più ordinato e bello nel secondo. Il gol che ha permesso al Bari di recuperare il doppio svantaggio nella gara con il Sudtirol resterà tra le perle più preziose messe in mostra nella vetrina dei gioielli biancorossi. Un gesto dal punto tecnico e balistico semplicemente ‘illegale’ in Serie B, che a molti ha evocato finanche le prodezze di Francesco Totti. Iperbole a parte, il meraviglioso destro di collo al volo segna il confine tra il ‘bene e il male’ della squadra di Mignani: capace di mostrarsi affamata, volitiva, compatta, di grande carattere e qualità, ma al contrario anche fumosa, sgraziata e con poche idee. Nel mezzo c’è il ruolo dell’avversario di turno, come l’ultimo, che si è confermato solido, organizzato e maledettamente efficace, suffragando sul campo i timori espressi dal tecnico biancorosso alla vigilia dell’appuntamento.

Resta quasi incomprensibile l’atteggiamento messo in mostra dal Bari tra primo e secondo tempo, che, mutuando una definizione iper inflazionata nel calcio, si potrebbe definire da ‘dottor Jekyll e Mr. Hyde’.

Stesso undici, ma con resa opposta tra prima e seconda frazione di gara. Mignani ha derubricato l’effetto delle tante assenze, che di fatto hanno privato dell’ossatura principale la sua squadra, ammettendo di poter contare su una rosa ampia e affidabile. Il tecnico genovese, oltre allo squalificato Folorunsho, ha dovuto rinunciare anche a Maiello, Vicari e Cheddira. I primi due fermati all’ultimo momento da piccoli fastidi muscolari, e dunque lasciati in tribuna a scopo precauzionale; l’italo marocchino rimasto ‘sotto coperta’, in panchina, per tutti i 90 minuti, a causa dei postumi della botta subita ad una caviglia a Benevento. Mignani non ha voluto correre rischi, spiegando che l’attaccante non «fosse libero mentalmente», anche in considerazione della sua convocazione ai Mondiali. Una scelta di buon senso dunque, per evitare di compromettere un appuntamento atteso una vita intera da ogni calciatore.

A fare la differenza subito dopo l’intervallo sono stati piccoli accorgimenti tecnici e tattici, insieme ad un atteggiamento certamente più volitivo dei padroni di casa, bravi a garantire maggiore intensità alla manovra. Poco convincenti le prove di Bellomo e Mallamo nel primo tempo, schierati molto larghi nel ruolo di mezzali. Male Salcedo, apparso troppo impreciso e disorientato. Grande sacrificio da parte di Antenucci, con il compito di fluttuare tra le linee di attacco e centrocampo, alle spalle di Scheidler. Anche l’attaccante francese, nonostante l’impegno, mostra ancora delle lacune nel leggere le azioni offensive della squadra, arrivando spesso in ritardo. La traversa colpita dal transalpino nella ripresa e le sportellate per tutta la gara sono il punto da cui ripartire con fiducia.

La svolta: a suonare la carica per il Bari non è stato solo l’avvio del secondo tempo, ma anche l’ingresso dell’argentino Botta, che sia nell’inedito ruolo di mezzala, sia da terzo attaccante alle spalle delle punte, ha offerto una prova di grande sostanza e qualità, imprimendo intensità ed efficacia alla fase offensiva, con dialoghi e giocate di alta scuola. L’argentino meriterebbe più fiducia in vista del prossimo futuro. Positivo anche l’impatto alla gara di Dorval, subentrato al posto di Pucino, apparso in ombra. Il dinamismo, la spinta e il coraggio del franco algerino sono doti che Mignani dovrebbe cominciare a prendere seriamente in considerazione.

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