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mercoledì 2 Ottobre 2024
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I tesori negati di Monopoli rivogliono la luce

A Monopoli ci sono luoghi di rilevanza storica e artistica non accessibili a cittadini e turisti, e che meriterebbero senza dubbio una maggiore attenzione e valorizzazione. Tra questi vi è senza dubbio Villa De Martino – Giannulo, con annessa chiesa rupestre contenente affreschi risalenti al XIII secolo e forse dedicata a San Giorgio. Oltre all’indubbio valore storico e artistico, qui entra in gioco anche il valore sentimentale, perché i monopolitani ricordano quella villa come luogo in cui si organizzavano feste da ballo.

Oggi è del tutto inaccessibile e sarebbe bello se l’Amministrazione comunale si facesse promotrice di un progetto di recupero e fruizione. Un discorso a parte, invece, merita Palazzo Palmieri, usato in più occasioni come location cinematografica per numerose produzioni televisive, per intenderci è la “Questura” della fiction di Lolita Lobosco. Risalente alla fine del settecento, è sicuramente uno degli edifici più imponenti del centro storico monopolitano.
Appartenne ai Palmieri, una famiglia nobiliare non originaria di Monopoli il cui cognome, con molta probabilità, era legato alla Terrasanta. Alla morte dell’ultimo erede diretto, il marchese Francesco Saverio, con apposito testamento, viene nominato erede universale la “Congregazione di Carità” e disposto che il Palazzo fosse sede di un asilo e di una scuola d’arti e mestieri. Queste due istituzioni hanno operato nella struttura, sede dell’istituto statale d’Arte dal 1965 al 1990, per tanti anni. Gestito dall’Asp Romanelli Palmieri, ex Iprab, un istituto pubblico di assistenza e beneficenza, negli anni passati è stato al centro di un rinnovato interesse, stimolato dall’ex commissario Marilù Napoletano, con numerose iniziative di carattere socio culturale e il coinvolgimento di cittadini e associazioni.
Tutto era culminato con il progetto dal nome “Frammenti”, che doveva simboleggiare proprio quel rinnovato entusiasmo. Con la fine del mandato della Napoletano, tutto sembra essere andato in “frammenti” e le porte del Palazzo si sono nuovamente chiuse, almeno per coloro che avevano lavorato con energia alla sua riapertura e valorizzazione e questo nonostante il neo commissario Luigi Tosches, nominato dal presidente Michele Emiliano il 30 marzo 2021, abbia dichiarato pubblicamente di «voler proseguire nella ‘corsa’ verso traguardi che appaiono ora più facilmente raggiungibili. Si potranno così coltivare – si legge nella lettera di presentazione di Tosches – interventi riqualificanti del patrimonio immobiliare della Asp e avviare iniziative sociali, culturali e produttive a favore del territorio monopolitano e dei suoi residenti, con inevitabili ricadute positive per l’intera area metropolitana di Bari.
Ricordando che il patrimonio dell’Asp è bene comune, mi auguro di avere il sostegno di tutti coloro i quali vorranno dedicare un po’ del loro tempo per fornirmi suggerimenti e collaborazioni». Finora, tuttavia, tutto tace e non vi è stato alcun coinvolgimento pubblico.

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