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domenica 1 Settembre 2024
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Il cashless? A Bari non piace: è la città in cui si usa meno il Pos

Bari è la città metropolitana più lenta nella corsa verso il cashless. Lo strumento di pagamento digitale, che punta ad azzerare la circolazione del contante, proprio non ce la fa ad attecchire nei negozi della città e dell’ex provincia. E anche se aumenta la percentuale di italiani che optano per il pagamento con il pos, con oltre il 50% di quanti ne hanno incrementato l’utilizzo rispetto al 2021, il capoluogo pugliese rimane indietro rispetto al trend di crescita registrato sul suolo nazionale.

È questo quanto è emerso da “Metropolitan Cities Cashless Index 2022”, lo studio redatto dal gruppo professionale The European House – Ambrosetti. L’impresa, attiva nel settore delle consulenze in oltre 18 Paesi del mondo, ha tracciato un quadro preciso della tendenza in tutta Italia, rilevando un profondo gap tra le 14 città metropolitane del Nord e del Sud. Lo studio si focalizza sulle città metropolitane perché considerate, per loro natura e per popolazione (i loro abitanti rappresentano quasi il 40% dei cittadini italiani e il 50% dei consumi) “alvei di implementazione e sperimentazione di soluzioni di pagamento innovative e, al contempo, dei volani acceleratori di abitudini di pagamento”. Il dossier, analizzando le abitudini di pagamento per città, attribuisce ad ognuna di esse un punteggio che va dal minimo di 1 al massimo di 10. E così, nella classifica svettano Firenze, Milano e Genova, le tre città metropolitane più cashless, con un punteggio pari a 7.08, 5.83 e 5.76. Notevole il risultato del capoluogo toscano, che supera l’incontrastata (almeno, fino a ora) Milano, che perde una posizione. Le città del Centro-nord dominano la classifica fino all’ottava posizione, e occorre aspettare il nono posto per trovare un territorio del Mezzogiorno. Torino, Bologna, Roma, Cagliari e Venezia, con punteggi rispettivi di 5.11, 5.04, 4.78, 4.64 e 3.88, precedono la prima città meridionale posizionata nella classifica. Ed è infatti Reggio Calabria, con un voto di 3.27, ad aprire il posizionamento delle ultime, e tutte meridionali, città cashless. Chiudono quindi la classifica Messina (2.74), Napoli (2.29), Palermo (2.23), Catania (2.2) e Bari, inesorabilmente all’ultima posiziona con il punteggio di 2.14.

Che la platea del Mezzogiorno sia quella più renitente ai pagamenti digitali lo conferma anche lo studio “Regional Cashless Index”. Anche in questo caso, sono le regioni del Centro-nord a svettare nella classifica. Al primo posto la Lombardia (6.7), seguita dal Piemonte (6.5), dalla Toscana (6.3) e dall’Emilia-Romagna (6.26). Chiudono la classifica la Puglia (4.49), l’Abruzzo (4.48), la Campania (4.47), il Molise (4.42) e la Basilicata (4.06). Un risultato scontato, dato che, come rilevato dal gruppo professionistico, le performance delle Regioni sono “trainate principalmente dalle proprie città che hanno un peso rilevante sull’economia”. E se il distacco tra Lombardia e Basilicata, migliore e peggiore Regione nel Regional Cashless Index, è pari al 39.4%, lo stesso distacco tra Firenze e Bari raggiunge il 63.3%.

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