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sabato 21 Settembre 2024
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Il peso della farfalla: il festival prosegue con una conversazione su amore ed eros

Tutto pronto, nella libreria barese Prinz Zaum, per il secondo capitolo del festival “Il peso della farfalla” – manifestazione curata dall’associazione per le culture Punti Cospicui e sostenuto da Regione Puglia, Comune di Bari, Radiomadonnellenberg – progetto Urbis PON Metro 2014-2020, con l’obiettivo di costruire «una comunità mobile di spettatori».

Venerdì prossimo, alle 20, andrà in scena “Ho fame di te, conversazione sull’eros e altri baci”: l’attrice Valentina Bischi e il sessuologo clinico e psicoanalista Angelo Buta saranno protagonisti di una conversazione su amore, eros, sesso esplorando le differenze tra uomini e donne nel vivere sentimenti e passioni.

La conversazione anticipa lo spettacolo “Con le mani… così lievi che sentivo dolore” ispirato a Pentesilea di Heinrich von Kleist, di e con Valentina Bischi, testo di Clarissa Veronico presentato in anteprima assoluta mercoledì 9 novembre e in replica fino a domenica 13 (tutti i giorni alle 21, la domenica alle 18) nella Chiesa di San Gaetano nel borgo antico di Bari.

Affidato a un’unica attrice, lo spettacolo racconta l’incontro tra Pentesilea, regina delle Amazzoni, e Achille, il loro amore, il loro dolore. Racconta di un popolo di donne libere che veniva dalle sponde del Mar Nero, che festeggiava la guerra con delle rose e i nemici con l’amore, ma anche di un popolo di uomini guerrieri, che non potevano smettere di essere eroi.

L’ottava edizione de Il Peso della Farfalla si chiude con l’anteprima di Vivere! con Anna Piscopo, scritto e diretto da Anna Piscopo e Lamberto Carrozzi, in scena al teatro Giù la maschera, venerdì 18, sabato 19 novembre alle 21 e domenica 20 novembre alle 18. Lo spettacolo racconta con sarcasmo e comicità il disturbo dell’accumulo, scavando nella psicosi di una donna che si è “sepolta viva” in una casa piena di oggetti per non sentire il gelo della sua solitudine.

In questo secondo capitolo il festival diretto da Clarissa Veronico programma tre compagnie lontane tra loro per geografia e cifra artistica, tre spettacoli diretti e prodotti da donne accomunati dalla stessa traccia di riflessione: l’irredimibilità del dolore, la violenza immedicabile, subita e agita, che attraversa i corpi, i sentimenti, che diventa seme infestante.

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