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venerdì 27 Settembre 2024
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Irina e i suoi ragazzi in fuga dall’inferno. La famiglia ucraina a Bari grazie a un navetta

Una mamma, Irina, una bambina di dieci anni, Giulietta, un ragazzo di 17, Nikita, e un gatto di nome Max. Hanno lasciato tutto: la loro casa, i loro vestiti, i libri e i giochi. Soprattutto hanno salutato il loro papà che continuerà a lavorare come autista per permettere l’ingresso e il trasporto di merci e aiuti. È una storia che dall’Ucraina è arrivata a Bari – la prima di una lunga serie – ieri mattina a bordo di una speciale navetta, quella di Tommaso Putignano e Giorgio Massarelli che hanno percorso in quattro giorni 3800 chilometri per portare in salvo due famiglie ucraine. La prima accompagnata a Bergamo domenica sera, la seconda a Bari ieri mattina.

Irina e i suoi arrivano da una zona centrale del Paese, il Kremenchug, un’area dalla quale oggi è problematico uscire perché circondata da bombardamenti. Ma ce l’hanno fatta grazie a una rete di aiuti internazionali che si snocciola per tutta Europa, fatta di donne e uomini che stanno mettendo a disposizione tempo, risorse, conoscenze, contatti per salvare persone che fuggono dalla guerra. Pullman e navette che portano aiuti e trasportano vite per metterle in salvo.
Prima in Romania poi il cambio, direzione Verona, dopo un viaggio lungo, estenuante e incerto. La storia di Irina e della sua famiglia si è incrociata proprio qui con quella di Oxana, che vive a Bari da tre anni, e con quella di Tommaso e Giorgio, che hanno improvvisato una navetta senza pensarci troppo e per primi da Bari sono partiti al confine con la Polonia. Li hanno aspettati per 12 ore a Verona nella piazzola dove era fissato l’arrivo e dopo un breve ristoro si sono messi in viaggio direzione Bari.
Oggi Irina e i suoi figli sono qui spaesati ma al sicuro, a casa di Oxana finché sarà possibile. Tommaso e Giorgio li hanno salutati con la promessa di continuare a seguirli, ma soprattutto lasciando anche cure e cibo per Max il gatto di Giulietta con problemi renali.
«Una famiglia che – come ha raccontato Tommaso – viveva fino a ieri una vita normale, felice. In un Paese democratico al centro d’Europa». E poi piombata nell’incubo, in un’assurda guerra che non sta risparmiando nessuno, nemmeno i più piccoli. Quelli meno fortunati di Giulietta e Nikita, che non riescono a tornare o che sono già morti.Ma il popolo ucraino resiste e glielo si legge negli occhi e nelle parole. «Giulietta non ha mai smesso di parlare in macchina – racconta Giorgio – è rimasta solare e allegra nonostante tutto». Nonostante la sua vita stesse approdando chissà dove, con quali nuovi amici, con quali nuovi libri su cui imparare. Tutto da rifare. Senza sapere se e quando lei e Nik rivedranno loro padre. Ma a Bari nulla è impossibile per chi arriva da lontano. E la storia ce lo ha dimostrato e continua a farlo. La prima risposta dell’assessore alle Scuole del Comune di Bari, Paola Romano, alla richiesta di una sistemazione scolastica per la piccola Giulietta è stata: «Ma certo».

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