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La favola di Billy Camara, dal Cara di Bari al campo da calcio: a Polignano il primo gol

Ha la felicità dipinta negli occhi. Quella felicità ritrovata, dopo anni di speranze disilluse, lotta per la sopravvivenza e lontananza dalla sua terra, martoriata da faide interne e affamata dalla povertà. La sua casa, la sua famiglia sono a Kankan, seconda città più grande della Guinea Conakry.

Billy Nankouman Camara la lasciò 4 anni fa, da adolescente, arrivando in Tunisia con il sogno di diventare calciatore. E magari di ripetere le gesta dei suoi idoli: Osimhen e Cristiano Ronaldo gli attuali, o di Eto’o, campione del passato. Un sogno che si sta concretizzando da quando è arrivato in Italia e in Puglia.

L’arrivo in Italia

Luglio 2023: Camara sbarca a Lampedusa. «Siamo stati salvati da una nave, eravamo assiepati su barcone, con il motore in avaria e senza cibo, ho avuto paura di non farcela – racconta – accolti a Lampedusa, dopo tre giorni io e altri siamo stati trasferiti al Cara di Bari». Dove resta due mesi. Dal settembre scorso è ospitato nella Comunità Don Tonino Bello di Conversano, seguito nel suo percorso di crescita (anche scolastico, sta studiando per il diploma di terza media) dalla tutrice Federica Pecorella e dall’educatrice Rossana Mancini. Qui entra in contatto con Mario Centrone, ex presidente e ora dirigente della Polimnia. E’ lui, a luglio, a portarlo al “Madonna d’Altomare” per una selezione di giovani calciatori: Camara non passa inosservato e viene scelto per il raduno con la prima squadra.

Gol nella prima partita

Nel frattempo sta per diventare maggiorenne (è nato il 1 dicembre 2006) e domenica ha giocato la sua prima partita in un campionato italiano, con la Polimnia, ed è stato un fattore. Terza giornata di Eccellenza, stadio “Dimitri” di Manduria: mister Michele Anaclerio lo getta nella mischia da titolare. E Billy, soprannominato da compagni e dirigenti Osimhen per via della cresta bionda con cui si è presentato a Polignano, è subito decisivo: prima procurando l’espulsione di un difensore avversario grazie alla sua velocità, poi segnando in pieno recupero il gol da tre punti. Determinante per il secondo successo in campionato dei suoi, ma l’esultanza non sembra incontenibile. Billy spiega perché: «In quel momento ero così felice che la gioia per il gol mi ha quasi paralizzato, non sapevo neanche come esultare». Ci hanno pensato i compagni a fargli la festa, in campo e negli spogliatoi. I presidenti Vito Lo Franco e Titti d’Alesio, il vice Enrico Tató e gli altri dirigenti lo coccolano, lo staff tecnico sgrezza il suo talento e lo disciplina tatticamente ogni giorno sul rettangolo verde. Dove Billy corre, segna e sogna di diventare il nuovo Osimhen.

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