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domenica 1 Settembre 2024
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La storia di Giulia, vive in un alloggio popolare di Santa Rita a Bari: «Soffoco nell’umidità. Il Comune mi aiuti» – VIDEO

Tutto inizia con una piccola macchia di umidità che pian piano si espande in tutta la casa. Da allora, ossia da aprile 2022, è passato più di un anno e nessuno si è ancora occupato di risolvere, una volta per tutte, la situazione di Giulia Cece, residente in via dello Scoglio, a Santa Rita. Che, dalle pagine de L’Edicola del Sud, rivolge un appello alle istituzioni per risolvere un dramma che non fa «altro che aggravare il mio già grave stato di salute», compromesso da una patologia polmonare che la costringe a ricorrere alla Cpap.

Ma riavvolgiamo la matassa e facciamolo proprio con le parole della stessa Giulia. «L’anno scorso – racconta la donna – sono stata nella sede del Comune a Japigia, ho dichiarato tutto quello che c’era da fare a casa e anche questo problema che, in realtà, esiste da circa tre anni». Stando a quanto spiegato da Giulia, una prima risposta da parte degli uffici comunali c’è stata. Ma è proprio da quell’intervento che la situazione sarebbe peggiorata. «Sono venuti a fare un’operazione nel bagno – prosegue la residente in via dello Scoglio – per sostituire la vasca con un piatto doccia, a causa dell’invalidità di mia madre che, essendo obesa, non riusciva più a entrare in vasca». Il problema delle infiltrazioni sarebbe dunque iniziato tempo addietro, e peggiorato dopo l’intervento per la sostituzione della vasca. «Io penso che sia nato da lì il problema, perché, sotto al pavimento potrebbe esserci stata qualche rottura che, pian piano, si è ingrandito, fino a generare questo grande problema».

Nella modesta casa di via dello Scoglio vivono in cinque. Una casa popolare, dove le continue infiltrazioni hanno consentito l’accumulo della muffa sui muri, incrostati, bagnati e che cadono lentamente a pezzi. La situazione peggiore è però quella della stanza da letto, dove Giulia tiene il suo macchinario salva-vita, la Cpap. Si tratta della mascherina utilizzata da quanti soffrono di patologie respiratorio durante il sonno. Insomma, un macchinario indispensabile per Giulia, ma che è attaccato alla corrente elettrica accanto a una vera e propria pozza d’acqua.

Tante le richieste rivolte, da parte di Giulia e dei suoi familiari agli uffici comunali per risolvere questa inaccettabile situazione. Tutte rimaste, finora, inascoltate. «Signora non si preoccupi, entro la prossima settimana le mando una squadra». continua a raccontare Giulia, riportando il ritornello che si sente ripetere da troppo tempo. «Sono passati cinque mesi dall’ultima richiesta – prosegue – ma qui non si è ancora visto nessuno». Giulia, da aprile dell’anno scorso (quindi, da oltre un anno) le sta provando tutte, e ora affida le sue ultime speranze a una denuncia social. Il minimo che si possa fare, quindi, è intervenire e andarla a trovare, ma soprattutto andare ai fatti.

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