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L’Alta Murgia è Geoparco Unesco, Tarantini: «Bello esserci, ora tutti al lavoro» – L’INTERVISTA

Ha dormito poche ore ma è l’adrenalina a tenerlo su. Con il telefono rovente di chiamate e complimenti, nemmeno il tempo per pranzare. Ma lo trova per parlarne, con orgoglio, di quello che è il suo “figlio” di tre anni e che ora ha raggiunto un importante obiettivo: il riconoscimento di Geoparco Unesco.

Presidente Tarantini, un traguardo storico per l’Alta Murgia.

«Assolutamente sì, perché siamo entrati in una rete mondiale di geoparchi, si rende conto? Da novembre 2021, quando abbiamo presentato la prima volta la nostra candidatura, da allora abbiamo lavorato continuamente, ospitando due missioni di valutatori Unesco».

Ci racconti meglio l’iter

«La prima nel 2022 ci ha dato cartellino verde, poi abbiamo fornito ulteriori integrazioni. La seconda, a luglio scorso, ha espresso apprezzamenti sul lavoro fatto negli anni successivi. La cosa positiva è che questa candidatura ha innescato nella comunità tutta un enorme entusiasmo, i primi risultati ancor prima del riconoscimento».

Quali sono?

«Innanzitutto con lo strumento delle aree contigue previsto dalla legge quadro sulle aree protette, abbiamo allargato i confini del parco, inglobando Acquaviva delle Fonti e Laterza».

E poi?

«In questi anni abbiamo portato avanti una campagna di valorizzazione del nostro patrimonio geologico e paleontologico. Un esempio? Per le miniere di Bauxite abbiamo portato avanti un progetto per il recupero dell’habitat naturale e poi le abbiamo riaperte. Poi stiamo lavorando con i Comuni per mettere in rete le eccellenze del territorio e ora le faremo conoscere in tutto il mondo».

E ha già dato i suoi frutti.

«Sono venuti registi, musicisti di fama internazionali, abbiamo avuto 25 francobolli dedicati ai 5 geositi più importanti del parco, abbiamo lavorato sul fronte dell’educazione ambientale nelle scuole. I valutatori si sono resi conto che la candidatura non si è fermata alla presentazione del dossier scientifico, redatto dal dipartimento di Scienze della Terra dell’Uniba, ma un vero e proprio coinvolgimento della comunità».

Un aspetto importante

«I valutatori hanno sempre sottolineato che “il geoparco is people”, è prima di tutto le persone che lo abitano. Non a caso è stato percepito da tutti non come un vincolo ma come una grande opportunità di sviluppo. E non comporta nuovi vincoli per il territorio. È stato bello entrarci ma ora bisogna che la comunità tutta lavori al massimo per rendere fruibile il suo patrimonio, con lotta totale all’abbandono dei rifiuti, il miglioramento delle infrastrutture soprattutto stradali e la copertura del segnale radiomobile».

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