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Lanciava rifiuti e candeggina dal balcone: una 84enne condannata per stalking a Bari

Le briciole, poi l’olio, rifiuti di ogni genere e infine la candeggina sul balcone di sotto. In un crescendo di molestie, associate anche a minacce e perfino ad aggressioni fisiche, ha vissuto per anni una coppia anziana, nel barese.

Nei giorni scorsi, la responsabile di quello che è stato riconosciuto come “stalking condominiale”, una 84enne, è stata condannata a un anno e otto mesi di reclusione, e al risarcimento nei confronti della parte civile, quantificato in ottomila euro. La storia comincia nel 2012 e prosegue fino al 2017, quando la denuncia delle vittime, assistite dall’avvocata Anna Albrizio, viene formalizzata e prende corpo il procedimento penale.

Secondo quanto ricostruito, tutto sarebbe cominciato per una semplice bega condominiale, ma sarebbe diventata una vera e propria persecuzione: c’erano stati i lanci di immondizia, poi l’olio, gli avanzi di cibo e le sostanze corrosive. E poi erano cominciate le telefonate e poi i rumori notturni, puntuali, a disturbare il sonno dei due inquilini al piano di sotto.

Utensili rotti e mobili spostati con violenza, al punto tale da creare problemi fisici all’uomo che, malato di cuore, aveva dovuto assumere ansiolitici per riuscire a riposare. Nel 2016, la situazione era peggiorata ulteriormente: il 29 agosto, al termine di un’accesa discussione, l’imputata aveva picchiato la condomina con un pugno, provocandole un “trauma facciale con lieve escoriazione, otalgia e algia zigomatica destra, post aggressione”, come certificato dai medici del pronto soccorso. E poi c’erano state le minacce di morte: «Ti vedrò appesa a quella corda, ti vedrò morire, ti farò patire», «Vi farò ballare stanotte», condendo il tutto con offese molto gravi e sputi al suo indirizzo.

Per paura la coppia era arrivata al punto di non utilizzare più il balcone, di uscire con cautela di casa per non incontrarla e e aveva anche cercato (invano) di vendere l’abitazione.

Le testimonianze di parenti e vicini di casa avevano confermato, durante il processo, lo stato di agitazione delle vittime. Durante lo svolgimento del procedimento, peraltro, l’anziana imputata non è sembrata al giudice monocratico particolarmente incline al pentimento: «Se l’avevo più vicina – aveva detto – ci dovevo tirare un po’ i capelli avanti e indietro». Da qui la decisione del giudice di condannare l’84enne ad un anno e 8 mesi, pena sospesa, e al risarcimento delle parti offese.

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