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mercoledì 16 Ottobre 2024
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Mola, la marineria sempre in sciopero per il caro gasolio

II pescherecci della marineria di Mola di Bari rimarranno ormeggiati in porto questa settimana, aderendo allo sciopero nazionale contro il caro gasolio. Come se non bastassero anche gli altri problemi si è aggiunto un appesantimento dei costi che rende sempre più difficile la sopravvivenza del comparto ittico. L’Associazione dei Produttori Pesca ha fatto sapere che domani a Roma si terrà anche un incontro al ministero con il sottosegretario con delega, Francesco Battistoni. Nello stesso momento, nelle sedi territoriali delle Capitanerie, i pescatori consegneranno le licenze a testimoniare una situazione ormai insostenibile al punto da dover chiudere le attività. In particolare, i pescatori denunciano l’aumento nell’ordine del 65-70% del prezzo del gasolio, in pratica un pieno è passato dai 700 euro ai 1.200, con il prezzo del carburante a 1,30 al litro. Una settimana fa era a 86 centesimi. Impennata vertiginosa che sta mettendo in ginocchio anche la marineria di Mola che ha preferito lasciare le imbarcazioni e protestare, auspicando aiuti concreti dalle istituzioni che aiutino a superare il momento. Paradossale in una regione di mare, che vede il pescato al centro della dieta mediterranea, che il comparto ittico affronti la crisi in solitudine.

Da questa settimana, quindi, scarseggeranno i prodotti ittici italiani, non solo nei mercati, ma anche in pescherie, supermercati e ristoranti. «Quello che si trova già oggi – fa sapere Nicola Parente, armatore e pescatore – non può essere fresco o locale, perché a Mola siamo fermi da venerdì. Ce l’abbiamo messa tutta a resistere in questi anni, soprattutto con le normative europee, ma questo del gasolio può essere il colpo di grazia a un intero settore».
Il sindaco Giuseppe Colonna: «Esprimo vicinanza alla categoria e spero che a Roma si prendano presto provvedimenti. Si blocca la filiera anche a terra, purtroppo, e il nostro mercato ittico resterà chiuso e non fornirà il pescato in questi giorni di stato di agitazione».

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