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sabato 21 Settembre 2024
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Network Contacts, ora i lavoratori si affidano a una petizione: «Difendiamo la dignità di 225 dipendenti»

Ha già ricevuto oltre 160 firme in due giorni la petizione lanciata dal gruppo Facebook “Lavoratori in rete” e pensata per salvare la sorte dei 225 operatori telefonici di Molfetta (più i 55 di Concorezzo) che rischiano seriamente di perdere il posto di lavoro dopo la procedura di licenziamento collettivo messa in moto nei giorni scorsi da Network Contacts.

Il gruppo social, composto proprio da alcuni dipendenti aziendali e nato in primavera, in occasione dell’inizio della lunghissima vertenza della società di Contact Center, invierà la petizione direttamente alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e alla ministra del Lavoro, Marina Calderone.

«Come comitato Lavoratori in rete – si legge nello scritto – vogliamo difendere la dignità e i diritti dei 225 tra lavoratori e lavoratrici della Network Contacts di Molfetta, definita dalla stessa azienda come tra le prime cinque del settore customer care in Italia e la seconda impresa in Puglia per il numero di dipendenti, dopo l’ex Ilva di Taranto». E non è una bugia visto che nelle sedi molfettesi ci sono tra i 3.500 e i 4mila consulenti telefonici.

«Con una lunga comunicazione indirizzata a tutti i dipendenti – si legge nella petizione – il Cda aziendale ha deciso di avviare le procedure di licenziamento a ridosso del fine settimana che ha anticipato il ferragosto. Nella missiva inviata, l’azienda ha scaricato di fatto questa decisione per la mancanza di una quadra da parte delle organizzazioni sindacali per un approccio eccessivamente ideologico e definendo il Contratto collettivo nazionale di riferimento qualcosa che non fosse da preservare e considerare integralmente. L’azienda ha annunciato quindi di lasciare a casa intere famiglie in piena estate, al fine di far quadrare ulteriormente i propri conti ma soprattutto profitti visto che è la stessa a vantarsi di 107 milioni di euro di fatturato sul proprio sito. È inutile sottolineare l’impatto sociale ed economico che questo avvenimento porterà sul territorio pugliese ma soprattutto nelle vite di quei lavoratori che hanno dovuto già subire scelte aziendali difficili già nel 2019 con il cosiddetto accordo difensivo conclusosi a ottobre dell’anno scorso».

Domani, nel frattempo, riparte la trattativa con i sindacati per evitare che i licenziamenti diventino realtà e il tempo a disposizione è solo 75 giorni.

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