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sabato 29 Giugno 2024
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Più diritti e parità di genere, la comunità Lgbtqia+ scende in piazza: torna il Bari Pride

Sabato il capoluogo pugliese tornerà a tingersi con i colori dell’arcobaleno in occasione della manifestazione del Bari Pride. Gli organizzatori hanno presentato ieri il percorso e il manifesto politico: si partirà da piazza Umberto per poi proseguire per le vie del centro, in un percorso simile a quello dello scorso anno, per poi proseguire su via Nicolai, via De Rossi, corso Vittorio Emanuele, il lungomare Araldo di Crollalanza, da qui ci si sposterà in piazza Armando Diaz per proseguire su via Imbriani, via Abbrescia, via Cardassi, via Beatillo e nuovamente in piazza Umberto.

Il tema

Il Pride 2024 sarà all’insegna del tema dell’abitare l’orgoglio. «Quando abbiamo ragionato insieme su cosa significasse per noi il Pride quest’anno, l’immagine di una casa ci ha aiutato a connettere fra loro rivendicazioni apparentemente distanti, che sentiamo come nostre. – spiegano gli organizzatori – Ma abitare l’orgoglio significa anche occupare degli spazi fisici nel mondo e lottare affinché quegli spazi siano spazi sicuri. Tuttavia, per molti di noi proprio le nostre case rappresentano il primo luogo in cui subiamo discriminazioni, e quindi la prima e più violenta oppressione fisica, religiosa ed economica alla nostra libertà di essere e di amare».

Il focus sui diritti

Non mancheranno le rivendicazioni politiche e sociali, dai diritti ancora negati per la comunità Lgbtqia+, all’autonomia differenziata fino alla richiesta di pace per le popolazioni della Palestina occupata. «Da quando la destra più reazionaria ha preso il potere nel nostro Paese ha sin da subito voluto attuare un’agenda politica volta al soddisfacimento di interessi di pochi a discapito di chi vive e ha sempre vissuto condizioni di marginalità economica e sociale. Allo stesso tempo ha iniziato ad intraprendere quella sua tanto bramata opera di trasformazione culturale attraverso il controllo dei media e della stampa e che si traduce, ad oggi, nella repressione anche fisica del dissenso. Assistiamo, infatti, alla criminalizzazione delle famiglie omogenitoriali; alla volontà di invisibilizzare e negare il diritto ad esistere delle soggettività Trans* attraverso la riscrittura delle linee guida sui percorsi di affermazione di genere; ai continui tentativi di minare la libertà delle donne di autodeterminarsi e di scegliere sul proprio corpo. Ogni giorno, dunque, viviamo sui nostri corpi i pericolosi attacchi che questo governo rivolge alle persone LGBTQIA+ e a tutte le soggettività che non rispecchiano gli standard di una società patriarcale ed etero-normata».

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