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Policlinico e “Giovanni XXIII”, si anima il dibattito: «Snellire le liste d’attesa e assumere più medici»

Snellire le liste d’attesa e assumere più chirurghi, soprattutto in reparti come quello di Cardiochirurgia dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Sono solo alcune delle richieste che il gruppo della Lega avanzerà ai vertici della Regione Puglia attraverso una conferenza stampa in programma questa mattina nel palazzo del Consiglio regionale, in via Gentile. «C’è gente che per sottoporsi a un esame diagnostico deve aspettare sei, otto o dieci mesi. E questo non è ammissibile» spiega Pino Viggiano, medico e consigliere comunale a Bari, che aggiunge: «Chiediamo che vengano rispettati i livelli essenziali di assistenza, con immediatezza soprattutto per alcuni esami che possono essere fondamentali per la diagnosi di una patologia importante come un tumore. Perché non è possibile che un paziente debba aspettare sino ad un anno per un test che può essere premonitore di conseguenze peggiori».

Il secondo argomento è quello dell’ospedaletto di via Amendola, ultimamente finito sulle pagine dei giornali per la carenza di cardiochirurghi, che ha poi portato alla sospensione delle attività del reparto: «Si tratta di una branca fondamentale – dice Viggiano -, anche perché stiamo parlando di bambini. I genitori sono costretti a portare i loro figli in altre città, con tutti i disagi e le spese che questa cosa comporta». Nel nostro territorio, sostiene il leghista, la situazione sanitaria «è drammatica». A tutto ciò, continua il medico, «si aggiunge un’incredibile carenza di medici di base, che lascia scoperti tantissimi pazienti che sono poi costretti a scegliere i dottori di famiglia che hanno lo studio anche in altri quartieri, a chilometri di distanza», come è successo qualche settimana fa a Torre a Mare, a Sud di Bari. Per Viggiano «bisogna trovare delle soluzioni» a questo come a tanti altri problemi, innanzitutto implementando i fondi per la sanità di tutti i centri ospedalieri del territorio, a partire dal Policlinico del capoluogo di regione: «Ad esempio si potrebbe aumentare il budget degli studi accreditati, oppure aumentare l’orario di lavoro dei medici, che potrebbero (sempre con una gratificazione economica) essere impiegati anche di sabato e di domenica. Le liste di attesa vanno snellite: per una colonscopia (che può diagnosticare un tumore in fase iniziale) un paziente non può aspettare otto mesi, perché potrebbe essere già troppo tardi. Non tutti possono permettersi di rivolgersi ai privati per curarsi: anche a loro va garantito – in tempi ragionevoli – il diritto alla salute».

«Dalla Regione ci aspettiamo soluzioni – conclude Viggiano -, dall’aumento dei fondi all’assunzione di medici e personale sanitario. Ci aspettiamo una risposta positiva per le esigenze dei pazienti».

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