Il primo atto sulle intemperanze dei tifosi del Bari messe in atto domenica scorsa, in occasione dell’ultima gara esterna contro il Venezia, è una multa. Ieri il giudice sportivo ha inflitto un’ammenda di 10mila euro a carico della società biancorossa a causa del lancio di petardi e fumogeni sul terreno di gioco che, si legge nel dispositivo, ha «costretto l’arbitro ad interrompere la gara due volte per un totale di tre minuti». Si tratta dell’ennesima multa salata comminata durante la stagione al club di Luigi De Laurentiis.
Oggi intanto si attende la decisione dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive in merito agli scontri avvenuti prima della partita Venezia-Bari, nei quali sono rimasti feriti almeno cinque agenti di Polizia. Sul tavolo diverse ipotesi: in primis il divieto di trasferta per una o più gare. Al vaglio dell’Osservatorio anche provvedimenti più severi, come la chiusura della curva e la disputa di una partita a porte chiuse. L’intervento pubblico del Ministro dell’Interno Matteo Piatendosi, che attraverso una nota diffusa sui social domenica sera aveva condannato gli incidenti avvenuti al Penzo, apre la strada al pugno duro.
Nel frattempo proseguono le indagini. Il caso è al vaglio, per competenza territoriale, della Questura di Venezia. Gli uomini della Digos hanno già acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza dello stadio, nonché i video degli scontri con la Polizia diffusi sui social. Al momento il lavoro degli investigatori si sta concentrando sull’identificazione degli autori dei tafferugli avvenuti ai cancelli del settore ospiti del Penzo.
Tra i tifosi del Bari monta la rabbia: molti dei sostenitori biancorossi presenti a Venezia criticano la gestione della partita sul piano della sicurezza. Sono in molti a chiedersi come sia stato possibile, anche in considerazione dell’aspetto logistico, che diversi tifosi della squadra di casa abbiano potuto avvicinarsi a poche decine di metri dai supporter del Bari, di fatto creando le condizioni per possibili tensioni e incidenti. Immediatamente dopo la pubblicazione delle immagini che hanno documentato gli scontri con la Polizia erano partite segnalazioni che denunciavano il tentativo da parte dei veneziani di venire a contatto con i baresi. Una dinamica che se fosse confermata, pur non potendo in alcun modo giustificare i disordini, denoterebbe possibili falle sul piano della sicurezza.